La notte sembrava immobile, come se l’aria stessa avesse smesso di scorrere. Il mare, poco oltre le ultime case disabitate fuori stagione, restava in ascolto. Una calma innaturale avvolgeva tutto: nessun cane abbaiava, nessun motore in lontananza, nemmeno il rumore delle onde riusciva a rompere il silenzio. Solo il vento, flebile, passava tra i muri scrostati e le tende leggere lasciate a mezz’aria, come a sussurrare qualcosa che nessuno avrebbe voluto sentire.
Poi qualcosa ha tremato. Breve, profondo, deciso. Un sussulto secco, come se sotto la crosta del mondo si fosse rotto un pensiero. Alcune luci si sono accese all’improvviso. Una porta ha cigolato. Un bambino si è svegliato piangendo. E nei visi ancora intorpiditi dal sonno è comparsa quell’espressione che si tramanda senza bisogno di parole, da chi sa cosa significhi sentire la terra muoversi sotto i piedi.

Alle 01:30 italiane, un terremoto di magnitudo 5.2 è stato registrato al largo di Anydros, nelle acque al confine orientale d’Europa, a una profondità di 9 chilometri. A riportarlo è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Non si segnalano al momento danni a persone o cose, ma l’evento ha riacceso l’attenzione su un’area già agitata.
Tra gennaio e febbraio 2025, infatti, una sequenza sismica ha colpito l’arcipelago circostante, interessando in particolare alcune isole turistiche e provocando apprensione tra residenti e studiosi. Diverse scosse, alcune di pari intensità a quella odierna, avevano già segnato quel periodo come uno dei più instabili degli ultimi anni.
Il rischio sismico nella regione resta elevato, secondo gli esperti. La zona, infatti, si trova lungo il margine della placca euroasiatica, un punto critico dove l’energia tettonica si accumula e si libera spesso in modo improvviso. Negli ultimi decenni, il Mediterraneo orientale ha visto episodi drammatici, come il terremoto del 1956 — uno dei più violenti mai registrati nel settore insulare — e quello più recente del 2020 che colpì la zona orientale causando danni e vittime.
La profondità relativamente bassa della scossa odierna accresce la percezione del pericolo: quando l’ipocentro è così vicino alla superficie, anche magnitudo moderate possono produrre effetti significativi. E benché stavolta tutto sembri essersi risolto senza conseguenze, gli abitanti tornano a dormire con un orecchio puntato al suolo. In questi luoghi, la terra non dimentica. E nemmeno chi ci vive.