
Sono prorompenti gli sviluppi nelle indagini sul delitto di Chiara Poggi: i carabinieri di Milano, su delega della Procura di Pavia, hanno esteso le perquisizioni anche alle abitazioni di Roberto Freddi e Mattia Capra, i due amici “storici” di Andrea Sempio e, insieme a lui, tra gli ultimi a frequentare la casa di via Pascoli prima del 13 agosto 2007.
Secondo gli inquirenti, i nomi di Freddi e Capra compaiono già in una relazione tecnica dell’8 febbraio 2024: quel documento spiegava come si fosse proceduto a procurare il DNA di Sempio frugando tra i rifiuti di casa Poggi, e citava altresì “gli altri individui frequentanti la casa della vittima” — appunto Mattia Capra, Marco Poggi e Roberto Freddi — dai cui rifiuti erano stati prelevati campioni biologici per confronti con le tracce trovate sotto le unghie di Chiara.
Gli elementi: le telefonate, poi quella bugia
Ulteriori elementi spingono ora gli investigatori a un approfondimento: contatti telefonici tra i tre amici la mattina del delitto, che contraddicono le versioni rese in passato. Sempio sosteneva di aver trascorso l’alba a Vigevano alla ricerca di un libro, per poi rientrare a Garlasco per pranzo; testimoni la madre, la nonna e uno scontrino di parcheggio. Ma l’esame dei tabulati ha rivelato che il suo telefono non si è mai agganciato a celle di Vigevano, restando invece sempre in paese.
Anche Capra e Freddi avevano dichiarato di essere rimasti a Garlasco quella mattina: i loro genitori li avevano confermati in paese, ma le celle telefoniche li dicono altrove. Perché mentire? Cosa si saranno detti tra loro, in quelle ore trascorse lontano dagli occhi degli inquirenti?
Il fascicolo, aperto per omicidio volontario nei confronti di Sempio, non ha ancora iscritto i due amici come indagati, ma il loro coinvolgimento nelle perquisizioni — eseguite per cercare documenti, telefoni e supporti elettronici — testimonia la svolta che sta prendendo l’inchiesta. I loro avvocati, così come quelli di Sempio, ribadiscono la totale estraneità dei loro assistiti, ma fonti investigative riferiscono l’emersione di nuovi “elementi significativi” nei colloqui delle ultime settimane.
Nel frattempo, le difese di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, avevano a più riprese chiesto la revisione del processo, sostenendo che nuove analisi del DNA avrebbero potuto scagionare il loro assistito. Ora, con il cerchio che si stringe intorno a un altro gruppo di frequentatori di via Pascoli, si apre un nuovo capitolo in una vicenda che, a quasi diciassette anni dal delitto, continua a rivelare angoli ancora oscuri.
Le case di Capra e Freddi sono state perquisite dalle prime ore del mattino: nei prossimi giorni, si saprà se nei loro dispositivi saranno emersi file, conversazioni o immagini in grado di far luce sull’alibi di tutti e tre i giovani quella tragica notte. La comunità di Garlasco, che ha seguito con ansia ogni sviluppo, attende ora risposte precise da una Procura che sembra determinata a sciogliere ogni nodo di una storia che ancora non perdona.