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Dazi, le accuse degli Usa: “Europa divisa”

Pubblicato: 14/05/2025 15:20
Dazi Usa Europa divisa

Dopo le dichiarazioni al vetriolo di Donald Trump, è toccato al segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, lanciare un nuovo attacco all’Unione Europea, accusata di essere troppo divisa per affrontare in modo efficace i negoziati commerciali con Washington. Le parole di Bessent, pronunciate in un momento cruciale per la diplomazia economica internazionale, riflettono una crescente impazienza americana nei confronti delle lentezze e delle contraddizioni interne ai partner europei.
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Il segretario ha sottolineato come, all’interno dell’Ue, Francia e Italia abbiano mostrato posizioni divergenti che ostacolano la definizione di una linea comune. Nonostante ciò, Bessent ha voluto mantenere un tono di cauto ottimismo, dichiarando di credere ancora nella possibilità di un accordo commerciale tra le due sponde dell’Atlantico.

Le tensioni con l’Europa all’indomani dell’intesa Usa-Cina

Le parole di Scott Bessent arrivano a poche ore dall’annuncio della tregua sui dazi tra Stati Uniti e Cina, siglata a Ginevra. Un risultato importante, che secondo fonti diplomatiche trova le sue radici in un incontro riservato tenutosi tre settimane fa presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Questo sviluppo sembra aver creato un nuovo punto di pressione sull’Europa, ora chiamata a trovare una voce unitaria per evitare di essere marginalizzata nello scenario del commercio globale.

Il patto tra Washington e Pechino rischia infatti di isolare ulteriormente l’Ue, proprio mentre cerca di rinegoziare le condizioni di scambio con gli Stati Uniti. In questo contesto, le divergenze tra governi europei diventano un ostacolo rilevante, tanto da essere evidenziate pubblicamente da un esponente di primo piano dell’amministrazione americana.

I contrasti tra Francia e Italia nel mirino

Secondo quanto dichiarato da Bessent, i contrasti tra Parigi e Roma rappresentano uno dei nodi più delicati nelle trattative transatlantiche. Sebbene non abbia fornito dettagli specifici, il riferimento lascia intendere tensioni su temi chiave come le barriere tariffarie, la regolamentazione dei mercati digitali e le misure ambientali legate alla produzione industriale.

Questa esposizione delle fragilità europee in un contesto internazionale rafforza la narrativa americana secondo cui l’Ue non sarebbe in grado di sostenere un confronto paritario con le grandi potenze economiche. Una strategia comunicativa che, anche in vista delle elezioni presidenziali Usa, potrebbe tornare utile alla retorica nazionalista di Trump e dei suoi alleati.

Rischi e prospettive per l’Unione Europea

L’Unione Europea, di fronte a questi attacchi, si trova ora a dover rafforzare la coesione interna se vuole presentarsi come un interlocutore credibile sul piano internazionale. Le divisioni tra Stati membri, storicamente latenti, si stanno manifestando con sempre maggiore evidenza in un momento in cui il sistema commerciale multilaterale appare in piena trasformazione.

L’intesa tra Usa e Cina ha dimostrato che, con discrezione e volontà politica, compromessi importanti possono essere raggiunti. Ora tocca all’Ue decidere se restare spettatrice o tornare protagonista nello scacchiere economico globale. Una sfida complessa, che richiede non solo unità politica, ma anche la capacità di parlare con una voce unica in sedi come l’OMC e nelle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti.

In un mondo sempre più polarizzato, la frammentazione europea potrebbe rivelarsi il tallone d’Achille che impedisce al continente di incidere sulle regole del commercio internazionale. Le parole di Bessent, per quanto dure, rappresentano dunque un campanello d’allarme che a Bruxelles sarebbe pericoloso ignorare.

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