
Nel governo il clima si fa teso. I sorrisi di circostanza non bastano più a nascondere le crepe. A Palazzo Chigi si lavora senza sosta, mentre a via della Farnesina l’aria si fa pesante. In pubblico i toni restano moderati. Dietro le quinte però si parla sempre più spesso di distanze politiche.
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Gli equilibri interni alla maggioranza sembrano meno solidi del previsto. A pesare non sono solo le differenze tra i leader. Ma anche il ruolo che l’Italia vuole giocare nei grandi scenari internazionali. In Europa qualcosa si muove. E da Roma arrivano segnali contrastanti.
Chi guarda all’Unione Europea con convinzione chiede chiarezza. Chi spinge per un’Italia autonoma trova invece ostacoli. E dentro questa dinamica emergono parole che fanno rumore.
Le frasi che fanno discutere
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lancia un messaggio. «Chiedetelo a lei», dice rispondendo a chi lo interroga sull’assenza di Giorgia Meloni al vertice sulla pace a Kiev, insieme a Francia, Germania e Gran Bretagna. Nessuna frase di circostanza. Nessuna protezione formale. Solo un riferimento diretto alla premier.
Tajani parla da leader di Forza Italia, ma anche da figura di riferimento per la componente più europeista del governo. «Serve coraggio per essere protagonisti», afferma, riferendosi all’impegno per la pace in Ucraina e in Medio Oriente. Ma il tono lascia spazio a un’interpretazione più ampia.
Il riferimento alla pace diventa un punto di partenza per una presa di posizione più netta. Tajani non nasconde la propria visione. «Io non starei mai in un governo anti europeo», dichiara. E rilancia l’idea degli Stati Uniti d’Europa, accanto al Partito popolare europeo. Le parole pesano. E non sono dirette solo al vicepremier Salvini, da sempre critico verso Bruxelles. Il messaggio sembra rivolto anche a Palazzo Chigi, colpevole, secondo alcuni osservatori, di un isolamento sempre più evidente.
Una telefonata e molti silenzi
Nel giorno delle dichiarazioni di Tajani, dalla presidenza del Consiglio non arrivano risposte. Meloni lavora in silenzio. Prepara il suo intervento in Parlamento. Parla con il presidente turco Erdogan, muovendosi ancora sul terreno diplomatico.
Ma l’assenza dell’Italia nella recente chiamata del Segretario di Stato Usa ai principali ministri degli Esteri europei suona come un campanello d’allarme. E Tajani, interpellato sull’episodio, risponde secco: «È una notizia di ieri». Nessun tentativo di minimizzare.