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Scandalo nel calcio, le Iene “incastrano” Salvatore Bagni: denaro e corruzione sulla pelle dei giovani

Pubblicato: 14/05/2025 15:49

Il calcio italiano è ora coinvolto in un nuovo scandalo, che è stato rivelato dal noto programma Tv Le Iene grazie a un’inchiesta realizzata da uno dei suoi inviati. All’inchiesta è seguito il solito “incontro trappola” che è tipico della trasmissione, e che ha portato allo scoperto un malaffare che, in questo caso (ma ce ne sono certamente tanti altri), ha coinvolto un volto molto noto del pallone italiano.

Salvatore Bagni è stato un protagonista del calcio italiano, ma quanto emerso recentemente è a dir poco sconcertante. In un servizio trasmesso da Le Iene, l’ex centrocampista è stato ripreso in un contesto che ricorda gli scambi clandestini dei film noir. Questo però non è finzione: è una triste realtà del calcio italiano, dove i posti in squadra sembrano venduti al miglior offerente.

Accuse di corruzione: un sistema che sfrutta i sogni dei giovani

Nell’inchiesta, l’inviato Luca Sgarbi si è finto il fratello di un giovane calciatore in cerca di opportunità, svelando come Bagni, insieme al figlio Gian Luca e all’agenzia Be GR8 Sport, chiedesse la somma di 30mila euro per offrire una possibilità di carriera. Questo scambio è avvenuto in un parcheggio dello stadio Benelli di Pesaro, e ha coinvolto anche il direttore sportivo della Vis Pesaro, Michele Menga.

Bagni ha commentato con una sconcertante disinvoltura: “Tutti quelli che non cerchiamo noi li facciamo pagare, perché il ragazzo non ti fa guadagnare niente”. La corruzione sembra così diventare una pratica comune, dove il posto in squadra, o perlomeno nello spogliatoio, può essere comprato a suon di decine di migliaia di euro.

Vis Pesaro: la sospensione di Menga

In seguito alla diffusione del servizio, la Vis Pesaro ha sospeso Michele Menga dal suo incarico, prendendo subito le distanze dal comportamento del suo tesserato. L’incontro incriminato prevedeva la riscossione di un totale di 50mila euro per un posto in squadra Primavera, con la possibilità di scendere in campo, magari per qualche minuto solamente. Una “truffa” che mina la credibilità del calcio stesso.

“Alla Vis Pesaro tranquillo, ti fanno anche giocare”, diceva Bagni, mentre Menga aggiungeva: “Non c’è nulla di male, lo fanno in Serie C, D, B e anche in Serie A”. Un’affermazione che lascia esterrefatti, sottolineando come la corruzione sia percepita come una prassi accettabile e come sia più diffusa di quanto si poteva immaginare.

Corruzione nel calcio: il volto nascosto di un sistema marcio

Il momento più critico dell’inchiesta è stato quando l’inviato ha consegnato a Bagni una busta con 30mila euro in denaro falso, rivelando poi la sua vera identità. Bagni ha reagito balbettando, per poi allontanarsi con la “mazzetta”. Questo episodio dipinge un ritratto grottesco di un calcio corrotto, dove anche chi ha rappresentato l’Italia può diventare un mercante di sogni a pagamento.

Se entrare in Serie C costa 50mila euro e richiede una stretta di mano in un parcheggio, il nostro calcio rischia di regredire, privando i giovani più meritevoli di opportunità reali. A guadagnarci sono solo coloro che sfruttano le speranze altrui.



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