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Michele Santoro attacca Giorgia Meloni: “Protagonista assoluta nei tg, ma fuori è solo la valletta dello show di Trump”

Pubblicato: 14/05/2025 13:39
Santoro Meloni valletta Trump

È un clima teso, quasi incandescente, quello che si respira nelle ultime settimane sul fronte della guerra tra Russia e Ucraina. Una tensione che non si esprime solo sul campo, ma anche attraverso dichiarazioni sempre più taglienti tra i due principali protagonisti del conflitto: Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Parole dure, provocazioni incrociate, retoriche incendiarie che infiammano non solo la diplomazia internazionale, ma anche l’opinione pubblica europea, sempre più divisa tra timori, sostegno e disillusione.
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Nel dibattito si inseriscono anche i leader europei, spesso chiamati in causa dai contendenti e coinvolti, direttamente o indirettamente, in una partita geopolitica che sembra lontana da una risoluzione pacifica. Un’escalation di parole che fa il paio con le continue difficoltà di mediazione e con un equilibrio internazionale che, giorno dopo giorno, appare sempre più fragile.

La riflessione a Dimartedì e l’intervento di Michele Santoro

Il confronto si è acceso anche negli studi televisivi di “Dimartedì”, il talk show politico e di attualità in onda su La7, condotto da Giovanni Floris. Durante l’ultima puntata, la discussione ha ruotato intorno alle strategie di uscita dal conflitto e al ruolo dell’Europa nella gestione della crisi. Tra gli ospiti in studio, anche il giornalista Michele Santoro, che non ha mancato di esprimere con chiarezza la propria posizione.

Secondo Santoro, l’Unione Europea avrebbe grosse responsabilità nell’aver lasciato incancrenire il conflitto, senza riuscire a proporre una via diplomatica credibile. Per il giornalista, Bruxelles si è limitata ad appoggiare passivamente la linea atlantica senza costruire una strategia autonoma. “L’Europa non ha saputo essere protagonista – ha dichiarato – e continua a rincorrere la narrazione altrui, dimenticando il proprio peso politico e culturale”.

Trump, Meloni e i timori per l’equilibrio internazionale

Nel corso del programma, Santoro ha puntato il dito anche contro altri attori della scena globale. L’ex presidente statunitense Donald Trump, ad esempio, è stato descritto come “egocentrico” e quindi poco adatto a diventare un mediatore efficace. Le sue dichiarazioni a effetto, secondo Santoro, servono più alla costruzione del personaggio che a delineare reali prospettive di pace. “Trump pensa di risolvere tutto in 24 ore – ha ironizzato – ma non spiega mai come”.

Un passaggio è stato riservato anche alla premier italiana Giorgia Meloni, sulla cui politica estera permangono dubbi e perplessità. La posizione dell’Italia, secondo il giornalista, è ambigua e non sempre coerente con le intenzioni dichiarate. “Serve una linea chiara – ha sottolineato Santoro – ma soprattutto una leadership capace di giocare un ruolo credibile nel contesto europeo”.

Il video dell’attacco di Santoro alla premier

“La questione che noi non vogliamo affrontare non è tanto chi è stato l’invasore e chi è stato l’invaso. – attacca a testa bassa Santoro – Ormai, francamente, lo abbiamo capito. È invece il ‘come se ne esce’ e il compito dei politici sarebbe di delineare questo. Noi abbiamo un presidente del Consiglio che, nei nostri telegiornali, è la protagonista assoluta del film mondiale che noi stiamo vedendo. Se esci, però, dai telegiornali ti accorgi che conta molto poco e fa la valletta dello show di Trump, quindi sono due cose molto differenti”.

“Quei signori (Macron, Zelensky etc., ndr) che si sono messi in posa, tutti insieme nella foto di famiglia, che si sono fatti fotografare su quel treno che viaggia verso il nulla che cosa vogliono fare, ma qualcuno glielo spiega alla gente? In qualche modo loro stanno cercando tutti i pretesti possibili per continuare la guerra. Macron perché non ha altra scelta se non quella di apparire come un Napoleone difensivo dell’Europa. Ne parlano, quando invece hanno fatto un asse privilegiato tra francesi e inglesi che sono quelli che hanno rotto con l’Europa, quindi di che Europa stiamo parlando?”, conclude Santoro.

Uno scenario sempre più incerto

La situazione in Ucraina resta dunque bloccata in un pantano di ostilità verbali e incertezze strategiche. Da un lato c’è Putin, che continua a lanciare segnali di forza e sfida verso l’Occidente. Dall’altro Zelensky, che mantiene il sostegno di diversi governi europei ma comincia a scontare un certo logoramento anche nell’opinione pubblica. Nel mezzo, un’Europa divisa, spesso incapace di imporre un’autonomia diplomatica e troppo dipendente dalle scelte delle grandi potenze.

Il dibattito sollevato da Michele Santoro riporta l’attenzione su una verità scomoda: la guerra non si vince solo con le armi, ma anche – e forse soprattutto – con le parole, con la volontà politica e con il coraggio di proporre soluzioni diverse dal conflitto permanente. E in questo, l’Unione Europea sembra ancora lontana dall’essere all’altezza della sfida.

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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2025 17:07

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