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Elon Musk, la rivelazione dell’ex agente Fbi sugli 007 del Cremlino: “Infiltrato”

Pubblicato: 14/05/2025 15:45
Musk infiltrato Cremlino Fbi

Il legame tra Elon Musk e Vladimir Putin potrebbe essere più profondo e controverso di quanto ipotizzato finora. A lanciare nuove accuse è un’inchiesta del canale televisivo tedesco Zdf, che sostiene come il presidente russo abbia cercato di avvicinare il fondatore di Tesla attraverso agenti infiltrati nel suo entourage personale e professionale. Secondo la ricostruzione, l’obiettivo era duplice: aumentare la diffusione della propaganda russa online e influenzare la politica americana e occidentale. Stando a quanto riportato, l’operazione avrebbe avuto successo.
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A supportare queste tesi è Johnathan Buma, ex agente del controspionaggio dell’Fbi con oltre 15 anni di esperienza sul campo. Buma, intervenuto nel documentario Gli aiutanti di Putin – Trump, Musk e il Cremlino, ha dichiarato che Elon Musk avrebbe avuto più conversazioni dirette con Putin, affrontando temi geopolitici, questioni personali e argomenti di natura economica. Sempre secondo Buma, il patron di Tesla avrebbe assunto posizioni via via più vicine agli interessi della Russia, un cambiamento ritenuto significativo dagli ambienti dell’intelligence.

L’ex agente Buma ha inoltre denunciato un livello crescente di infiltrazione da parte dei servizi russi negli ambienti del tech americano, in particolare all’interno dei team più vicini a Musk. Le sue affermazioni sono supportate, a suo dire, da documenti e prove materiali, che testimonierebbero l’azione sistematica degli agenti di Mosca per stabilire legami con le figure più influenti del settore tecnologico statunitense.

Tra gli elementi sfruttati per facilitare i contatti, ci sarebbe anche lo stile di vita privato di Musk, definito da Buma come una “porta d’accesso” a causa del suo presunto uso di sostanze stupefacenti come la ketamina. Secondo l’ex agente, la vulnerabilità personale sarebbe stata considerata un’opportunità strategica per solidificare la relazione con il leader del Cremlino.

Anche Peter Thiel, cofondatore di PayPal, sarebbe stato oggetto di tentativi di avvicinamento da parte dei russi, sempre nel quadro di un’operazione mirata a penetrare l’establishment tecnologico Usa.

Le prime indiscrezioni su un possibile canale diretto tra Musk e Mosca erano emerse già nel 2022, in un’inchiesta del Wall Street Journal basata su testimonianze di ex funzionari americani, europei e russi. In quello stesso anno, Musk aveva fornito all’esercito ucraino il supporto della rete Starlink, elemento fondamentale nelle operazioni sul campo. Tuttavia, nel corso del 2023, le sue critiche al sostegno militare americano a Kiev si sono fatte più marcate, alimentando sospetti e speculazioni.

Un caso che agita l’intelligence americana

Le affermazioni di Johnathan Buma hanno il potenziale per aprire una nuova fase di investigazioni, ma la sua credibilità è ora in discussione. A marzo è stato infatti arrestato con l’accusa di aver cercato di trasferire informazioni riservate a giornalisti riguardanti operazioni di controspionaggio dell’Fbi. Rimesso in libertà dopo il pagamento di una cauzione da 100mila dollari, Buma è sospettato dai pubblici ministeri americani di aver raccolto più di 100 file sensibili, molti dei quali stampati illegalmente prima del suo congedo.

Questo dettaglio getta un’ombra sulle sue dichiarazioni, ma non ne annulla completamente la portata. Il caso riaccende i riflettori su un tema centrale nel dibattito politico e diplomatico contemporaneo: il ruolo dell’influenza straniera nelle democrazie occidentali, in particolare quella esercitata dalla Russia nel settore tecnologico e tra le élite imprenditoriali americane.

Le rivelazioni alimentano ulteriori interrogativi sul comportamento pubblico e privato di Elon Musk, già oggetto di controversie per le sue prese di posizione politiche, i rapporti con ambienti conservatori e la gestione dei contenuti su X (ex Twitter), piattaforma da lui acquisita. Mentre le accuse si moltiplicano, il rischio è che si apra un nuovo fronte di tensione geopolitica in un periodo già segnato da guerre, conflitti diplomatici e una corsa globale all’intelligenza artificiale.

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