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“Quando Papa Leone ci ha aiutato contro gli abusi”. Ora parla la giornalista peruviana Paola Ugaz

Pubblicato: 14/05/2025 07:29

Ci sono storie che sembrano uscite da un romanzo, ma che affondano le radici nella realtà più cruda. Una realtà fatta di fede, abusi di potere, e una lunga battaglia per la verità. In questo intreccio di eventi internazionali e scandali ecclesiastici, una giornalista peruviana ha svolto un ruolo decisivo, pagando un prezzo personale altissimo per non aver mai smesso di raccontare.

Il suo cammino si è incrociato con figure centrali della Chiesa, in un contesto in cui verità e omertà si sono scontrate per anni. La sua determinazione, però, ha finito per contribuire a cambiare la storia.

Il caso Sodalizio e il lungo cammino verso la verità

Nel 2015 Paola Ugaz, insieme al collega Pedro Salinas, ha pubblicato il libro Mitad monjes, mitad soldados, in cui denunciava gli abusi sessuali, psicologici ed economici commessi per anni all’interno del Sodalizio di vita cristiana, un potente movimento cattolico nato a Lima. Fondato da Luis Fernando Figari, il gruppo aveva l’appoggio delle élite peruviane e godeva della benevolenza di ambienti ecclesiastici conservatori.

Secondo quanto emerso, almeno 36 persone sono state abusate, molte delle quali minorenni. Uno dei leader, Daniel Murguía, venne persino sorpreso dalla polizia mentre fotografava un ragazzo nudo in una stanza d’albergo. Le donne del movimento parlano di abusi psicologici e sottomissione, e intorno al gruppo gravitavano imprese che lucravano sulla pelle dei più deboli.

Quando Papa Francesco visitò il Perù nel 2017, la presenza pubblica del vescovo José Antonio Eguren, esponente di spicco del Sodalizio, scatenò la reazione dei due giornalisti. Ne seguirono denunce e processi. «Una via crucis», racconta Ugaz, che si ritrovò al centro di una campagna di delegittimazione.

A difenderli fu Robert Francis Prevost, all’epoca vescovo di Chiclayo, insieme ad altri prelati. Si mossero anche in Vaticano: Eguren ritirò le accuse e il processo finì. Francesco inviò a Lima due ispettori, monsignor Scicluna e monsignor Bartomeu, che confermarono tutto: «Hanno trovato molto di più», dice Ugaz.

La macchina del fango, però, non si fermò. Ugaz fu persino accusata di narcotraffico. Ma nel dicembre scorso, ricevuta in Vaticano insieme a Salinas e alla giornalista Elise Harris Allen, ha avuto una promessa: il Papa avrebbe sciolto il Sodalizio. E così è stato. «Mi sono sentita finalmente sollevata. Ho scritto un messaggio di ringraziamento a Prevost… beh, al Papa».

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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2025 07:43

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