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Il ritorno del Mes, il governo fa muro: “Un cappio al collo”. E opposizioni si spaccano

Pubblicato: 14/05/2025 11:35

Mai come oggi il dibattito sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità che dovrebbe rassicurare i mercati e proteggere i sistemi bancari, si presenta per quello che è: una mina politica sepolta nel cuore dell’Europa, pronta a riesplodere ogni volta che qualcuno, come Matteo Salvini, decide di gettare benzina su un fuoco mai davvero spento.

Il leader della Lega, con la solita veemenza, ha ribadito il suo “no” secco e definitivo alla ratifica del Mes, accusando Bruxelles di voler “metterci il cappio al collo”. L’occasione è ghiotta: mentre l’Eurogruppo preme per la firma italiana, l’unica mancante fra i venti Paesi dell’Eurozona, la maggioranza fa muro. E lo fa in blocco. Non solo la Lega, ma anche Fratelli d’Italia e Forza Italia, ognuno con sfumature e strategie diverse, ma accomunati da una linea di fondo: il Mes è una minaccia futura per l’Italia.

Meloni in equilibrio tra Berlino e Montecitorio

La premier Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di rispolverare il dossier, soprattutto in un momento in cui c’è molta carne al fuoco: dalla sanità al riarmo europeo, fino alla crisi di Gaza. E oggi, nel “question time” alla Camera, dovrà fronteggiare l’attacco di parte delle opposizioni, pronte a cavalcare le contraddizioni di un governo sospeso fra europeismo e blocco sovranista.

Meloni resta fedele alla posizione espressa il 21 dicembre scorso, quando la ratifica del Mes fu bocciata da FdI, Lega e M5s, con Forza Italia astenuta e le altre forze (dal Pd a Italia Viva) schierate per il sì. “Il Mes è una polizza troppo cara e inefficace“, ripete il meloniano Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze. Ma il vero nodo è tutto politico: Meloni non può permettersi altre divisioni nella maggioranza, già stressata dai contrasti fra Forza Italia e Lega.

Forza Italia tenta l’equilibrismo, opposizioni divise

Antonio Tajani prova a smussare: “Il Mes non è una priorità, la priorità è costruire la pace“. Ma è costretto a rincorrere il carro della Lega e di FdI, pur cercando di salvare un profilo europeista: “Non siamo contrari per principio, ma mancano i controlli democratici. Il presidente della Bce risponde al Parlamento, quello del Mes no“.

Sull’altro fronte, il Movimento 5 Stelle resta ancorato al suo storico rifiuto del Mes, visto come un simbolo dei diktat europei, Pd, Italia Viva, Azione e +Europa accusano il governo di assecondare un fronte sovranista che vuole disintegrare l’Europa. Ma nemmeno tra le opposizioni c’è unità strategica, e questo rende ancora più difficile qualsiasi ipotesi di sblocco parlamentare.

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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2025 11:40

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