
È scattato l’allarme sanitario nazionale dopo che 18 pazienti sono stati infettati da un farmaco contaminato. Nove di loro sono già deceduti. Le autorità hanno sospeso la licenza a un laboratorio farmaceutico ritenuto responsabile della distribuzione di fiale contaminate con un batterio potenzialmente letale. L’intero sistema ospedaliero ora teme un’estensione del contagio.
Secondo il rapporto preliminare, il batterio si sarebbe sviluppato all’interno dei flaconcini durante il processo di produzione o confezionamento del farmaco. La contaminazione non è stata rilevata prima della distribuzione, permettendo che le fiale venissero somministrate in modo ordinario.

Fentanyl contaminato in Argentina: 9 morti e 18 casi di infezione
Il dramma si è consumato all’Ospedale Italiano di La Plata, nella provincia di Buenos Aires, in Argentina. In pochi giorni, diciotto pazienti hanno sviluppato gravi complicanze infettive dopo la somministrazione del farmaco. Nove di loro sono deceduti, mentre gli altri sono in condizioni critiche ma stabili. L’ospedale ha attivato i protocolli di emergenza infettivologica e ha collaborato con le autorità sanitarie per identificare la fonte del contagio. I flaconcini sospetti sono stati immediatamente ritirati dalla struttura e sottoposti ad analisi microbiologiche. I primi risultati hanno confermato la presenza della Klebsiella pneumoniae, un ceppo aggressivo capace di diffondersi rapidamente nei contesti sanitari.

“Abbiamo sospeso tutte le somministrazioni del farmaco incriminato e stiamo ricostruendo la catena di distribuzione per evitare ulteriori rischi”, ha dichiarato la direzione dell’ospedale in una nota ufficiale. I familiari delle vittime chiedono verità e responsabilità.
Il batterio killer
Il ministero della Salute argentino ha confermato che le fiale di fentanyl contaminate erano infette da Klebsiella pneumoniae, un batterio noto per la sua resistenza agli antibiotici e per la gravità delle infezioni che può causare, soprattutto nei pazienti immunodepressi. Questo microrganismo è stato individuato come causa diretta delle infezioni letali riscontrate in diversi pazienti ricoverati.
“È uno degli episodi più gravi che abbiamo mai affrontato nel campo della sanità pubblica e della farmacovigilanza”, ha dichiarato un portavoce del Ministero. Il laboratorio farmaceutico responsabile, il cui nome non è stato ancora reso pubblico, ha subito l’immediata sospensione della licenza operativa.
Secondo fonti interne al Ministero della Salute, il farmaco contaminato sarebbe stato distribuito anche ad altre strutture sanitarie nel Paese. Al momento, non si esclude che ci siano altri casi non ancora diagnosticati, né si conosce l’esatto numero di fiale in circolazione. Il sistema sanitario argentino è ora impegnato in una corsa contro il tempo per identificare ogni singola unità del prodotto e bloccarne la somministrazione. Sono in corso ispezioni in ospedali pubblici e cliniche private, mentre la popolazione è stata invitata a non sottovalutare eventuali sintomi post-operatori o successivi alla somministrazione di anestetici.

Il peggior scandalo sanitario dell’Argentina moderna
Secondo gli esperti, il caso rappresenta “il più grave episodio di contaminazione da farmaco nella storia sanitaria recente dell’Argentina“. Non solo per il numero delle vittime, ma per l’estensione potenziale del contagio e per le falle evidenti nel sistema di controllo e distribuzione dei medicinali.
Le autorità sanitarie hanno annunciato una revisione totale dei protocolli di sicurezza nei laboratori farmaceutici argentini. L’obiettivo è garantire che simili episodi non si ripetano. Il governo, sotto forte pressione mediatica, ha promesso maggiori risorse ai controlli di qualità, con un’attenzione particolare ai farmaci ad alta sensibilità come il fentanyl, già al centro di dibattiti globali per il suo utilizzo illecito e il potenziale letale. “Serve una presa di coscienza collettiva su quanto accaduto”, ha affermato un funzionario del Ministero, “e un intervento strutturale nella regolamentazione dei farmaci”.