
Ci sono persone che, senza proclami, riescono a diventare parte del paesaggio. Gente che cammina ogni giorno accanto a noi senza far rumore, ma la cui assenza provoca un vuoto profondo, quasi fisico. Figure che si sedimentano nella memoria collettiva come un’eco costante: bastava una parola, un titolo, un gesto per riconoscerli.
Leggi anche: È morto Rodolfo Fiesoli, il controverso “profeta del Forteto”: la sua vera storia
In ogni redazione esistono scrivanie che raccontano storie, voci che fanno da guida anche nei silenzi. Quando una di queste si spegne, l’intero equilibrio sembra vacillare. Non è solo il lutto a colpire: è lo spostamento emotivo che lascia un posto vuoto accanto al nostro. E oggi quel posto vuoto ha il nome di un giornalista che ha fatto la storia della stampa umbra.
Riccardo Regi, pilastro del Corriere dell’Umbria
Riccardo Regi si è spento dopo una malattia vissuta con dignità e discrezione. Aveva 65 anni e avrebbe compiuto 66 il prossimo 11 agosto. Fino a pochi giorni prima del ricovero all’ospedale di Perugia, aveva continuato a scrivere sulle amate pagine del Corriere dell’Umbria, in particolare nella sezione spettacoli e nell’inserto Album.
La sua era una firma autorevole, costruita in decenni di lavoro serio, puntuale e appassionato. Per 18 anni è stato vice direttore del gruppo editoriale, ma anche dopo la pensione ha continuato a collaborare con costanza, con quel senso di appartenenza che andava ben oltre i contratti. Era anche direttore del sito Vivo Umbria, voce importante del panorama culturale regionale.
Una carriera costruita su passione e dedizione
Nato a Perugia, laureato in Lettere nel 1983 e giornalista professionista dal 1990, Riccardo aveva mosso i primi passi nell’insegnamento prima di scegliere definitivamente la via del giornalismo. Una strada che lo ha portato anche ad Arezzo, dove ha lavorato a lungo, prima di diventare una colonna della redazione centrale umbra.
Negli anni Duemila aveva portato la sua esperienza anche in aula, come docente esterno di giornalismo presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Perugia, formando generazioni di studenti e trasmettendo loro l’importanza del rigore, ma anche della passione per la notizia.

La musica, il Perugia e la cultura come vocazione
Fu anche musicista: nel 1975 fondò con alcuni amici il gruppo L’Estate di San Martino, dove era voce e chitarrista a dodici corde. La band, molto attiva ancora oggi, ha raggiunto i 50 anni di attività, lasciando un’impronta profonda nella scena musicale umbra. Tra le sue passioni anche il Perugia Calcio, la Ferrari e, con simpatia, l’Inter.
Nonostante gli impegni, Riccardo ha sempre avuto tempo per la cultura in tutte le sue forme. Ogni riga scritta portava dentro una parte del suo mondo: la conoscenza, la sensibilità, la capacità di cogliere il dettaglio che fa la differenza. Era un ponte tra il lettore e la realtà, tra il fatto e il racconto.
Il saluto della comunità e della famiglia
Il funerale si svolgerà sabato 17 maggio, alle ore 10, presso la chiesa di San Donato a Elce. Riccardo lascia la moglie Sabrina Busiri Vici, giornalista come lui nella redazione centrale del Corriere, e i figli Emanuele e Livia. In queste ore di lutto, a loro si stringono con affetto e dolore l’editore, il direttore, l’intera redazione, l’amministrazione e il personale del Gruppo Corriere.
Riccardo Regi lascia un’eredità fatta di professionalità, rispetto e umanità. Non sarà facile colmare la sua assenza. Ma chi ha avuto il privilegio di lavorare con lui sa che continuerà a vivere nelle parole, nei silenzi condivisi in redazione, nelle pagine che ha saputo raccontare come pochi.