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Marco Rizzo: “Sanzioni alla Russia da deficienti. I leader europei hanno distrutto la nostra economia e non Mosca”

Pubblicato: 15/05/2025 14:41
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Un nuovo attacco frontale da parte di Marco Rizzo, leader del partito Democrazia Sovrana Popolare, contro le politiche dell’Unione europea in relazione alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia. In un’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it, Rizzo ha denunciato quella che definisce una strategia “suicida” portata avanti dai leader europei, accusandoli di danneggiare l’economia dei propri paesi più di quanto riescano a colpire Mosca.
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Secondo Rizzo, il conflitto e le sue conseguenze economiche stanno evidenziando la fragilità strutturale dell’economia europea, basata in larga parte su piccole e medie imprese, mentre la Russia avrebbe già reagito trovando nuovi interlocutori nello scenario internazionale, spostandosi verso il “mondo multipolare”.

Le sanzioni secondo Rizzo: “Un boomerang per l’Europa”

Il leader sovranista non usa mezzi termini: “Tutti sanno, anche il povero Draghi che se ne è accorto solo ora, che queste sanzioni hanno colpito molto di più i paesi europei che non la Russia”. Una critica esplicita all’ex presidente del Consiglio, colpevole – secondo Rizzo – di aver sottovalutato gli effetti collaterali della linea dura adottata dall’Unione Europea nei confronti del Cremlino.

Il cuore della polemica riguarda la politica energetica adottata dopo lo scoppio della guerra: “Abbiamo deciso di prendere gas solido dagli Stati Uniti, pagandolo quattro volte di più, compromettendo definitivamente la nostra economia”, accusa Rizzo. Un prezzo altissimo che, secondo la sua analisi, sarebbe stato pagato soprattutto dalle PMI, motore dell’apparato produttivo italiano ed europeo.

Il ruolo di Stati Uniti e Germania nella crisi

Rizzo sposta poi l’attenzione sul contesto geopolitico più ampio, sostenendo che sia gli Stati Uniti che la Russia vogliono la pace, mentre sarebbero proprio i leader europei a ostacolare la fine del conflitto. Il motivo? “Paventano la guerra solo per salvare le loro poltrone, perché dovrebbero ammettere il loro fallimento”, afferma con durezza.

Nel mirino finisce anche la Germania, che secondo Rizzo tenta di rilanciare la propria potenza economica attraverso la strategia del riarmo, in un contesto in cui altri Paesi, Italia compresa, si ritrovano in una condizione di evidente debolezza strutturale.

Il messaggio finale ai cittadini europei

La conclusione dell’intervento di Rizzo è tanto provocatoria quanto esplicita: “La soluzione del rebus è molto facile. I popoli europei devono riconoscere i loro deficienti, ‘volenterosi’”, un chiaro riferimento a quella che considera una classe politica incompetente e asservita a logiche estranee agli interessi reali dei cittadini.

Il leader di Democrazia Sovrana Popolare punta il dito contro un’Europa che, a suo avviso, ha perso l’autonomia strategica, sia sul piano energetico che su quello politico, delegando di fatto la propria sicurezza e la propria economia a potenze esterne.

Un’analisi che divide

Le dichiarazioni di Marco Rizzo si inseriscono in un dibattito politico sempre più acceso sul ruolo dell’Europa nella crisi ucraina e sulle reali conseguenze delle sanzioni economiche alla Russia. Mentre le istituzioni comunitarie continuano a difendere la linea delle misure restrittive come necessarie per contenere l’aggressione militare di Mosca, voci critiche come quella di Rizzo sottolineano i danni collaterali sull’economia europea e sulla coesione sociale.

In questo scenario complesso, il nodo centrale resta quello dell’interesse nazionale: fino a che punto l’Italia e i suoi partner europei sono disposti a sacrificare la stabilità interna per sostenere l’Ucraina? E quali strumenti ha ancora l’Unione per bilanciare etica e pragmatismo sul piano internazionale? Domande che continuano a dividere politica, opinione pubblica e istituzioni, mentre la guerra non accenna a finire e le tensioni geopolitiche globali non danno tregua.

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