
Dopo una parentesi relativamente pacificata, che ha coinciso con gli eventi solenni legati alla scomparsa del Pontefice e alla successiva elezione del suo successore, il clima politico nazionale è tornato a infiammarsi. Le prossime settimane si preannunciano infatti particolarmente tese, complice l’avvicinarsi di due appuntamenti elettorali che mettono in gioco equilibri e strategie di lungo termine.
Le comunali in programma a fine maggio e i referendum abrogativi fissati per inizio giugno stanno polarizzando il dibattito pubblico. Il momento è delicato, e le dinamiche tra i partiti sembrano rispecchiare tanto le tensioni interne quanto i movimenti dell’opinione pubblica.
Sondaggi, tensioni e referendum: cresce il distacco tra i partiti
Tra le forze politiche, Fratelli d’Italia ha recentemente guadagnato terreno, portandosi oltre il 30% e segnando un distacco di 8,4 punti percentuali sul Partito Democratico. Si tratta del margine più ampio tra i due schieramenti da oltre un anno. Per confronto, alle Europee del 2024 la distanza era stata di 4,7 punti. Il PD mantiene però una certa stabilità, fermandosi intorno al 22%, mentre il Movimento 5 Stelle resta sopra il 12%.
Tra le forze del centrodestra, Forza Italia continua a superare di poco la Lega, e Azione si distingue tra i partiti minori per essere ancora al di sopra della soglia di sbarramento del 3%.
Sui referendum, il clima resta acceso, soprattutto a seguito delle dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza che hanno esplicitamente invitato all’astensione. Come ha dichiarato La Russa, presidente del Senato, l’obiettivo è “far fallire la consultazione”, una posizione che ha suscitato forti critiche dalle opposizioni.
Sul fronte dell’affluenza, le rilevazioni parlano chiaro: si oscilla tra il 32% e il 38%, ben al di sotto del 50% necessario. Secondo uno degli istituti, solo un italiano su tre si recherebbe alle urne.
I quesiti referendari sul lavoro, promossi dalla CGIL, sembrano invece avere maggiore consenso. In particolare, l’abrogazione della norma che limita il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato raggiunge il 77% di Sì per alcuni istituti.
Infine, un primo sondaggio post-elezione papale indica che il 60% degli italiani auspica continuità con il pontificato di Papa Francesco, mentre solo il 27% preferirebbe una linea più tradizionalista. Il nuovo Papa Leone XIV, alias Robert Francis Prevost, è stato molto apprezzato per il passaggio sul bisogno di una “pace disarmata e disarmante”, citato dal 68% degli intervistati.