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“Addio grande donna”. In Italia lascia una voragine immensa: era la più coraggiosa

Pubblicato: 16/05/2025 15:19

Nel nostro tempo, il valore della memoria storica rischia spesso di essere accantonato. Ma ci sono persone che, con determinazione e lucidità, hanno dedicato l’intera esistenza a custodire e trasmettere il senso profondo della libertà, della dignità e della giustizia conquistate a caro prezzo.

Alcune figure hanno saputo legare l’esperienza individuale alla narrazione collettiva, trasformando la propria vita in un ponte tra passato e futuro. E quando queste voci si spengono, resta un’eredità che parla a tutte le generazioni. È il caso di una donna straordinaria, scomparsa a pochi mesi dal compimento dei cento anni.

Una vita per la libertà

Nata nel 1927 in una famiglia contadina del nord Italia, Teresa Vergalli aveva scelto giovanissima di entrare nella Resistenza, adottando il nome di battaglia Anuska. Suo padre, perseguitato per le idee antifasciste, fu arrestato il giorno della nascita del fratello. Dopo l’8 settembre 1943, la famiglia intera si impegnò nella lotta per la liberazione. “Sotto le nostre rughe c’è tutto il nostro coraggio”, scriveva nel suo blog, che aveva continuato ad aggiornare fino quasi a 98 anni.

Il suo ruolo fu fondamentale: non solo staffetta, ma partigiana combattente. “Staffetta oggi sembra una diminutio, invece eravamo fondamentali”, spiegava in un’intervista, ricordando come le fosse stata affidata giovanissima la vita di dirigenti e responsabili militari da accompagnare in bicicletta. Portava sempre con sé una pistola, “non per uccidere, ma per non essere catturata viva”.

L’impegno nel dopoguerra

Dopo la Liberazione, Teresa si dedicò all’insegnamento e all’attività politica nell’Udi, promuovendo il diritto di voto delle donne. Il 2 giugno 1946 non votò per motivi anagrafici, ma “insegnò alle altre come farlo”, ricordava con orgoglio. Non ha mai smesso di parlare ai giovani, di tenere viva la memoria antifascista, anche quando, come denunciava, “l’attuale governo evita la parola antifascismo e getta ombre sulla Resistenza”.

Il presidente dell’Anpi reggiano, Ermete Fiaccadori, racconta del suo legame con Bibbiano, dove la famiglia è sempre rimasta. Anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, la saluta con parole cariche di riconoscenza: “Cocciuta, così si definiva. Con lei se ne va una donna che ha difeso la libertà per tutta la vita”. Dopo i funerali a Roma, l’ultimo saluto a Bibbiano, dove Anuska tornerà per sempre.

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