
Il sole non era ancora spuntato quando, alle 6.30 di mattina, i carabinieri hanno fatto irruzione nell’abitazione di Andrea Sempio a Garlasco. Quelle luci improvvise e i passi pesanti sulle scale hanno squarciato il silenzio del suo risveglio, lasciandolo confuso e impaurito. «Ho temuto di essere arrestato», racconta Sempio nell’esclusiva rilasciata a “Quarto Grado” su Retequattro, la voce ancora roca per lo spavento e la fatica.
Davanti ai militari, la stanza era un groviglio di ricordi: scarpe, libri, fotografie, tutto sottosopra. «Dentro i tuoi oggetti, i tuoi ricordi… ribaltano tutto», spiega Sempio, che non aspettava ospiti: «Pensavo fosse successo qualcosa di grave in famiglia: magari mia madre non stava bene». Invece si trattava di un’altra mattina di perquisizioni nell’inchiesta bis sul delitto di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nel 2007, per il quale in via definitiva è stato condannato l’ex fidanzato, Alberto Stasi.
Oggi Sempio è indagato per concorso in omicidio: il martello rinvenuto nel torrente, ritenuto “interessante” dagli inquirenti, gli viene attribuito come possibile strumento del delitto. «Non so nulla di quel martello», si difende l’amico del fratello di Chiara, dichiarandosi soprattutto preoccupato per i genitori: «Ho saputo che anche loro sono stati convocati. Questo è l’unico pensiero che mi tormenta».
Ora, in attesa dell’interrogatorio fissato per il 20 maggio, Sempio si dice «vuoto, troppo stanco per pensare». Accetta però il percorso degli investigatori: «Se servirà a chiarire, ben venga. Siamo pronti a tutto». E mentre le ombre di quella notte di agosto tornano lunghe, l’ombra di nuovi interrogativi — gli spostamenti di mobili, i contatti telefonici con Mattia Capra e Roberto Freddi — grava su chi spera che, questa volta, la verità non resti intrappolata tra le pareti di una stanza capovolta.