
È un giorno decisivo per il caso Garlasco, uno dei cold case più noti della cronaca italiana. Oggi, 11 marzo, si apre l’incidente probatorio che potrebbe riscrivere la verità giudiziaria sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007. L’obiettivo della procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, è chiaro: cristallizzare l’utilizzabilità delle nuove tracce di Dna trovate sotto le unghie della vittima e avviare la comparazione genetica con l’attuale indagato Andrea Sempio, già coinvolto in fase preliminare e poi archiviato nel 2017.
L’inchiesta, riaperta in sordina a inizio anno, poggia su vecchi reperti biologici rimasti conservati e mai analizzati in profondità. La nuova consulenza affidata dalla procura ha confermato la compatibilità genetica tra quelle tracce e il profilo di Sempio, come già sostenuto anni fa dalla difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Oltre al Dna, gli inquirenti hanno rivalutato altri indizi, come l’alibi traballante di Sempio e la ricevuta di un parcheggio, presentata dalla madre un anno dopo il delitto. Anche le impronte digitali rimaste finora senza autore saranno sottoposte ad analisi ad alta definizione, nella speranza di ricavare tracce biologiche.
Il nuovo scenario potrebbe mettere in discussione l’intero impianto accusatorio che ha portato Stasi dietro le sbarre. Per questo motivo la procura ha scelto l’incidente probatorio come strumento “blindato”, i cui risultati potranno essere utilizzati in un eventuale processo. I legali di Sempio, Angela Taccia e Massimo Lovati, si preparano a contrastare le accuse, sostenendo che il suo Dna potrebbe essere finito lì per via dell’uso condiviso del pc di Chiara, con cui giocava ai videogame. Ma sono gli stessi avvocati a sollevare dubbi anche sulla condanna di Stasi: “È innocente, ma lo è anche Andrea”. Una posizione che sottolinea quanto, a 18 anni di distanza, il delitto divida ancora anche gli esperti di diritto.
Intanto, la famiglia Poggi vive con dolore e stupore questa nuova ondata di attenzione mediatica e investigativa. I genitori di Chiara, Giuseppe e Rita Poggi, assistiti dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, si dicono «provati» da uno stillicidio emotivo che dura da quasi due decenni. Per loro, ogni nuova pista riapre ferite mai rimarginate e getta ombre su una verità processuale che credevano acquisita. Il movente dell’omicidio resta ancora un punto oscuro, ma la procura ritiene che l’attuale direzione dell’indagine sia quella giusta.
Nei giorni scorsi, i carabinieri hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni di Sempio, dei suoi genitori e di due amici, sequestrando cellulari e computer. Tra le nuove piste, emerge anche quella di alcuni oggetti metallici, tra cui un martello, rinvenuti in un canale a Tromello. A indicarli, un testimone che avrebbe saputo da terzi che Stefania Cappa, cugina di Chiara, quel giorno avrebbe gettato qualcosa nel canale. Le gemelle “K”, come sono state ribattezzate dai media, non risultano indagate ma sono al centro di questa inattesa evoluzione investigativa.
La pista del martello come arma del delitto è definita dagli inquirenti una suggestione, ma non viene scartata a priori. I reperti saranno analizzati per cercare eventuali compatibilità con le ferite di Chiara, anche se l’identificazione certa dell’arma è da sempre uno dei punti più controversi del caso. Il modello a “coda di rondine”, indicato come mancante dal padre di Chiara, non è mai stato ritrovato né confermato con certezza. Se gli oggetti sequestrati rivelassero tracce compatibili, il quadro potrebbe cambiare radicalmente.
Infine, torna sotto i riflettori un testimone che afferma di aver sentito parlare della presenza delle gemelle a Tromello già nel 2007, ma di essere stato “consigliato” di tacere. L’uomo avrebbe raccontato questa versione anche all’epoca a una persona ancora in vita, ma non avrebbe ricevuto ascolto. Le forze dell’ordine stanno ora valutando la credibilità di questo racconto, che riemerge grazie a una trasmissione televisiva. Un altro tassello in un mosaico ancora incompleto, che a 18 anni dal delitto potrebbe vedere una nuova verità affacciarsi all’orizzonte.