
GARLASCO – Il DNA delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi, così come quello di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, e degli amici di Andrea Sempio, Mattia Capra e Roberto Freddi, sarà acquisito per il maxi incidente probatorio avviato nell’ambito della nuova inchiesta sull’omicidio di Garlasco. L’obiettivo è effettuare comparazioni genetiche con il materiale biologico repertato all’epoca del delitto, in particolare il secondo profilo maschile individuato sotto le unghie della vittima. La gip di Pavia Daniela Garlaschelli ha formulato il quesito ai nuovi periti, Denise Albani e Domenico Marchigiani, concedendo loro 90 giorni di tempo per depositare la relazione.
L’udienza di venerdì si è svolta in un clima di grande attenzione mediatica: fotografi e telecamere hanno affollato i corridoi del tribunale di Pavia, mentre avvocati, consulenti e magistrati entravano rapidamente in aula. L’incontro ha segnato un nuovo passo nel percorso investigativo, dopo che il 9 aprile scorso l’incidente probatorio fu sospeso a causa dell’istanza di ricusazione presentata dalla Procura contro il genetista Emiliano Giardina, ritenuto non imparziale per alcune sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista del 2017 alla trasmissione “Le Iene”.

A raccogliere il testimone di Giardina sarà oggi Denise Albani, genetista della Polizia Scientifica e sua ex allieva, affiancata dal sovrintendente Domenico Marchigiani, specialista in dattiloscopia. I due periti si occuperanno di analizzare circa 60 impronte rilevate a suo tempo dai RIS di Parma, alcune delle quali mai attribuite. Le impronte erano state raccolte tramite fascette para-adesive, che oggi verranno riesaminate nel tentativo di estrarre nuovi profili genetici.
In aula saranno presenti tutti i consulenti di parte. Andrea Sempio, attualmente unico indagato della nuova inchiesta, è difeso dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, che si affidano alla consulenza dell’ex generale dei RIS Luciano Garofano. Per Alberto Stasi, già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, la difesa – guidata dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari – ha confermato il genetista Ugo Ricci, autore della perizia che contribuì alla riapertura del caso. In rappresentanza della Procura ci sarà Carlo Previderè, l’esperto che ha firmato la consulenza del 2024 a sostegno delle nuove indagini.

Anche la famiglia Poggi ha confermato la propria squadra di consulenti. I genitori di Chiara, Giuseppe e Rita, rappresentati dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, si affideranno al genetista Marzio Capra, già presente nelle fasi precedenti delle indagini, e all’ex poliziotto della Scientifica Dario Redaelli. Il confronto tra periti sarà acceso, poiché uno dei punti più delicati riguarda la validità e l’attualità delle tracce genetiche conservate negli anni.
Il cuore dell’incidente probatorio sarà infatti stabilire se il DNA prelevato dalle unghie di Chiara Poggi sia ancora utilizzabile ai fini di un’analisi comparativa. Il materiale risale a quasi 17 anni fa, ma potrebbe ancora contenere informazioni decisive. Se il profilo maschile compatibile con Andrea Sempio dovesse risultare attendibile, si aprirebbe un fronte completamente nuovo per la ricostruzione del delitto.
L’avvocato di Alberto Stasi ha parlato di un momento di speranza e paura, sottolineando come il suo assistito abbia il timore di svegliarsi da un’illusione, quella del riconoscimento della sua innocenza.
Nel frattempo, è stata scartata l’ipotesi di acquisire nuovamente i profili genetici dei familiari di Chiara Poggi: il procuratore aggiunto Stefano Civardi e le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza hanno confermato che quei dati sono già disponibili agli atti. Tuttavia, l’acquisizione del DNA delle gemelle Cappa – finite al centro dell’attenzione dopo il racconto di un testimone che le avrebbe viste gettare oggetti in un canale – rappresenta un altro snodo cruciale di questa fase investigativa.

Chi è Marco Panzarasa
Oltre a quello delle gemelle, sarà esaminato anche il dna di una terza persona. Si tratta di Marco Panzarasa, che oggi è diventato un avvocato. All’epoca del delitto di Garlasco era l’amico più vicino a Stasi e con lui era stato in vacanza a Londra a luglio, raggiunti anche da Chiara Poggi.
Marco Panzarasa era stato sentito dai carabinieri per la prima volta la sera dell’omicidio di Chiara Poggi, attorno alle ore 20. Era stato interrogato poi diversi giorni dopo, al rientro da una vacanza in Spagna iniziata subito dopo i funerali della ragazza. Come riportato da Il Giornale, nel processo finito con la condanna di Alberto Stasi il procuratore generale Laura Barbaini aveva indicato lo stesso Stasi e gli amici Marco Panzarasa e Simone Piazzon come i terminali di un triangolo di comunicazioni anomale con Stasi iniziato due giorni prima del delitto di Garlasco.