Vai al contenuto

“L’Italia non è più un alleato strategico”. In Germania pressioni Spd sul cancelliere Merz: la reazione di Tajani

Pubblicato: 16/05/2025 08:15
Germania Merz Spd Tajani

La notizia pubblicata dal quotidiano Welt rischia di aprire una crepa diplomatica tra Italia e Germania proprio alla vigilia della visita ufficiale di Friedrich Merz a Roma. Secondo quanto riferito dal giornale tedesco, durante le trattative per la stesura del contratto di coalizione del nuovo governo tedesco a guida cristianodemocratica, il Partito socialdemocratico avrebbe chiesto e ottenuto l’eliminazione dell’Italia di Giorgia Meloni dal gruppo dei Paesi strategici destinati ad ampliare il tradizionale “formato Weimar” – che include Germania, Francia e Polonia.
Leggi anche: Meloni, scontro totale con Conte e Schlein su riarmo e sanità

Un’esclusione che appare tanto più significativa perché, nelle bozze iniziali del documento, Roma era inclusa nel cosiddetto “Weimar plus”. Ma su pressione del partito guidato dal vicecancelliere Lars Klingbeil, il riferimento all’Italia sarebbe stato rimosso. Accanto a questo strappo, altri dossier delicati avrebbero contribuito ad alimentare l’attrito tra Berlino e Roma: quello sull’operazione Unicredit-Commerzbank e la vicenda del gruppo Kbns, che secondo i media tedeschi non avrebbe potuto finalizzare un’acquisizione proprio a causa di un veto italiano.

Reazioni italiane tra sgomento e accuse di antieuropeismo

L’indiscrezione ha provocato una reazione immediata in Italia, dove il partito della premier, Fratelli d’Italia, ha definito la notizia “gravissima, se confermata”. A parlare è stato il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, che ha espresso preoccupazione per un’eventuale esclusione dell’Italia dai piani strategici del governo tedesco.

Ancora più netta la posizione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha bollato la decisione dei socialdemocratici tedeschi come “antieuropea”. Tajani ha ricordato che Forza Italia è uno storico alleato nel Partito Popolare Europeo della Cdu di Merz e ha sottolineato il ruolo centrale dell’Italia nel dialogo con la Germania: «L’Italia è uno storico interlocutore della Germania», ha ribadito il ministro, mettendo in guardia dai rischi di divisione in un momento in cui l’Unione Europea dovrebbe invece mostrarsi compatta.

Il valore politico del formato Weimar nel nuovo equilibrio europeo

La scelta di Merz di rilanciare il formato Weimar — un’alleanza trilaterale tra Germania, Francia e Polonia — dimostra l’importanza che il nuovo governo tedesco attribuisce a quest’asse geopolitico. Un asse che durante la precedente legislatura guidata da Olaf Scholz era di fatto tramontato, complice la freddezza nei rapporti con il presidente francese Emmanuel Macron e con il governo sovranista polacco di Mateusz Morawiecki.

Merz ha deciso di invertire la rotta, puntando sulle capitali storiche dell’intesa europea: Parigi e Varsavia sono state le destinazioni delle sue prime due visite ufficiali, coronate da un accordo bilaterale sulla difesa con la Francia. Tuttavia, al di là dell’agenda internazionale, il nuovo cancelliere deve fare i conti con una maggioranza eterogenea, dove la Spd vede in Meloni una figura politicamente ostile.

Un equilibrio fragile tra alleanze europee e politica interna tedesca

Il paradosso è che proprio la Cdu, insieme alla bavarese Csu e al capogruppo del Ppe Manfred Weber, si è sempre mostrata aperta a un dialogo con Meloni, riconoscendone la centralità soprattutto sui temi dell’immigrazione. Lo stesso Scholz aveva parlato in passato di un “modello Meloni” da seguire su alcune politiche migratorie.

Ma Merz non governa da solo. E il peso degli alleati socialdemocratici si fa sentire, soprattutto quando si tratta di politica estera e rapporti strategici. La decisione di escludere l’Italia dal formato Weimar plus rischia di compromettere non solo l’imminente visita del cancelliere a Roma, ma anche l’intero impianto di relazioni tra Berlino e Palazzo Chigi.

Il faccia a faccia tra Merz e Meloni, previsto nei prossimi giorni, si preannuncia dunque tutt’altro che semplice. Sul tavolo, oltre al futuro delle relazioni bilaterali, anche il posizionamento dell’Italia nei nuovi equilibri europei. Un banco di prova delicato, dove si misurano non solo divergenze politiche, ma anche visioni opposte sul destino dell’Unione.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure