
La prima sessione di colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina si è conclusa dopo meno di due ore, confermando le difficoltà di avviare un dialogo costruttivo per porre fine al conflitto in corso. L’incontro, tenutosi a Istanbul, era stato annunciato come un possibile primo passo verso un cessate il fuoco, ma ha invece evidenziato distanze ancora troppo ampie tra le parti.
Secondo quanto riferito dall’agenzia russa Ria Novosti, che cita una fonte del ministero degli Esteri di Mosca, l’incontro si è svolto regolarmente, ma senza produrre risultati concreti. La mancanza di progressi sarebbe da attribuire a una serie di condizioni poste dal Cremlino che Kiev definisce “inaccettabili”.
Fonti diplomatiche ucraine hanno infatti bollato come “scollegate dalla realtà” le richieste russe presentate al tavolo dei negoziati. Tra queste, vi sarebbe perfino il ritiro delle forze ucraine da ampie porzioni del proprio territorio, una condizione che, secondo la delegazione di Kiev, “supera qualsiasi termine discusso in precedenza”.

“La Russia non si è presentata a Istanbul con un’intenzione reale di negoziare la pace, ma con una lista di imposizioni unilaterali”, ha spiegato una fonte ucraina presente ai lavori. Kiev avrebbe invece ribadito la propria disponibilità a discutere un vero cessate il fuoco, ma solo nell’ambito di un processo negoziale privo di precondizioni.
La distanza tra le due posizioni sembra quindi al momento insanabile. Mentre Mosca pretende concessioni territoriali significative, Kiev continua a rivendicare il diritto all’integrità e alla sovranità nazionale, ponendo come base irrinunciabile il ritiro delle truppe russe dai territori occupati.
Con il fallimento di questa prima fase, il processo diplomatico rischia di arenarsi ancora prima di entrare nel vivo. Entrambe le delegazioni si sono dette disponibili a ulteriori incontri, ma l’impressione, almeno per ora, è che le possibilità di una soluzione pacifica rimangano remote.