
Ci sono vicende che scuotono profondamente l’opinione pubblica, storie intime e drammatiche che esplodono all’improvviso, travolgendo vite giovani e familiari ignari. A volte, il dolore e lo smarrimento si uniscono al mistero, e ogni dettaglio che emerge porta con sé nuovi interrogativi.
Nelle aule di giustizia, dove il silenzio spesso pesa più delle parole, ci si confronta con verità dure da accettare e responsabilità ancora tutte da definire. È in questo contesto che si è consumato un incontro che molti temevano e che altri consideravano inevitabile.

Un faccia a faccia che segna un nuovo capitolo
Per la prima volta da quando è emersa la terribile verità sepolta nel giardino di una casa a Traversetolo, si sono ritrovati Chiara, 22 anni, e l’ex fidanzato, padre dei due neonati il cui destino ha sconvolto l’intero Paese. È successo la mattina di venerdì 16 maggio, nell’ambito dell’udienza preliminare che si è tenuta presso il Tribunale di Parma, davanti al giudice Gabriella Orsi.
La giovane, attualmente ai domiciliari, è accusata di duplice omicidio e soppressione di cadavere. Secondo gli inquirenti, avrebbe tenuto nascoste entrambe le gravidanze non solo al compagno, ma anche alla propria famiglia, per poi agire in totale solitudine. “Alta determinazione criminale ma non può ripetere il reato”, aveva stabilito in precedenza la Corte di Cassazione, motivando la misura cautelare alternativa al carcere.
Durante l’udienza a porte chiuse, il giudice ha anche esaminato la richiesta dell’ex fidanzato di costituirsi parte civile. L’uomo, che ha riconosciuto legalmente i due figli, si è presentato da un ingresso secondario, come la ragazza, entrambi accompagnati dalle forze dell’ordine.
La tragedia era venuta alla luce il 9 agosto 2024, quando un cane scavando in giardino aveva riportato in superficie il primo corpo. I successivi scavi avevano poi portato alla scoperta di un secondo neonato, risalente, secondo le analisi medico-legali, al maggio 2023. Gli inquirenti hanno archiviato la posizione del ragazzo e dei genitori della giovane, ritenuti completamente estranei ai fatti.
Chiara avrebbe affrontato tutto in totale solitudine, partorendo in casa e seppellendo i neonati. Un caso che continua a interrogare, tra responsabilità personali e contesto sociale, con un processo che si preannuncia lungo e complesso.