
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha espresso profonda preoccupazione per la crisi internazionale in corso, definendola «drammatica» e sottolineando come ogni tentativo di avvio verso una soluzione pacifica del conflitto sembri al momento vanificato. Intervenuto a margine di un evento organizzato dalla fondazione Centesimus Annus, Parolin ha parlato con i giornalisti anche in merito alla possibile partecipazione al vertice internazionale di Istanbul, lasciando intendere che al momento non ci sono certezze logistiche, né aggiornamenti ufficiali dell’ultima ora.
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«Vance? Non lo so, il problema è che ci sono tante delegazioni, i tempi sono molto stretti», ha detto Parolin rispondendo a una domanda sull’eventuale incontro con una delle figure coinvolte nella mediazione internazionale. Ha poi aggiunto che «il protocollo sta lavorando» e che non ha «notizie dell’ultimo minuto» su eventuali bilaterali in programma.
Il Vaticano disponibile per un incontro tra le parti
Il cardinale ha ribadito che la Santa Sede è disposta, come in passato, a offrire la propria disponibilità per favorire un dialogo tra le parti coinvolte nel conflitto. «Il Papa intende eventualmente mettere a disposizione il Vaticano, la Santa Sede, per un incontro diretto tra le due parti», ha dichiarato Parolin, facendo eco alla posizione storica della diplomazia vaticana, da sempre impegnata nella ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali.
L’iniziativa, ancora in fase di valutazione, rappresenterebbe un passo importante, soprattutto in un momento in cui il confronto sembra essersi irrigidito, vanificando ogni spiraglio di diplomazia multilaterale.

Parolin: «Siamo tornati all’inizio»
Nel suo intervento, Parolin ha sottolineato la gravità della situazione, esprimendo una delusione profonda per l’arresto del processo di pace: «È tragico tutto questo perché speravamo che potesse avviarsi un processo, magari lento, ma con una soluzione pacifica del conflitto». Le sue parole rivelano un senso di frustrazione rispetto a un percorso negoziale che sembrava essersi aperto, ma che ora appare bruscamente interrotto.
«Siamo di nuovo all’inizio», ha proseguito, sintetizzando con poche ma significative parole l’arretramento registrato negli ultimi sviluppi diplomatici. La sua affermazione rispecchia il sentimento di impotenza e sgomento che accompagna gli attuali scenari geopolitici, segnati da escalation militari e da una progressiva chiusura del dialogo tra le parti in conflitto.
La posizione della Santa Sede nel contesto internazionale
Ancora una volta, il Vaticano si pone come attore super partes, pronto a offrire uno spazio di confronto neutrale. La proposta di un incontro diretto sotto l’egida della Santa Sede si inserisce nel solco della tradizione diplomatica vaticana, che ha spesso svolto un ruolo rilevante nelle trattative di pace. Tuttavia, la possibilità concreta che tale incontro possa realizzarsi dipenderà da molteplici fattori, inclusa la volontà politica delle delegazioni coinvolte.
Il cardinale Parolin, pur mantenendo un profilo sobrio, non ha nascosto l’urgenza della situazione: «Adesso vedremo cosa fare, ma la situazione è molto difficile, drammatica». La sua dichiarazione riflette la complessità di un contesto in cui ogni ipotesi di dialogo sembra costantemente minacciata da nuove tensioni e sviluppi imprevedibili.
Prospettive incerte e ruolo della diplomazia
L’intervento del cardinale Parolin riaccende i riflettori sul ruolo che la diplomazia vaticana può ancora giocare, anche in un tempo in cui le relazioni internazionali sembrano guidate più dalla forza che dalla mediazione. Il suo appello alla pace si inserisce in un momento critico, in cui le speranze di cessate il fuoco si affievoliscono e la comunità internazionale fatica a individuare un terreno comune per avviare trattative serie.
Nonostante l’incertezza e le difficoltà logistiche, il messaggio che arriva da Roma è chiaro: il Vaticano resta disponibile a fare la sua parte, consapevole del peso che la propria autorevolezza può ancora avere nel promuovere incontri tra le parti e nel favorire una de-escalation del conflitto. In un mondo sempre più diviso, l’invito del cardinale Parolin suona come un richiamo alla responsabilità morale e politica, affinché non si smarrisca del tutto la via del dialogo.