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Alcaraz glaciale su Sinner: “Perché non l’ho mai chiamato..”

Pubblicato: 17/05/2025 17:16

Dal 2 ottobre al 18 maggio, da Pechino a Roma, passando per una rivalità che sta riscrivendo le gerarchie del tennis mondiale. Carlos Alcaraz è stato l’ultimo a battere Jannik Sinner, in una battaglia epica in Cina durata tre ore e ventuno minuti. Ora i due tornano faccia a faccia sulla terra del Foro Italico. Ma prima della sfida, è il giovane spagnolo a spargere un po’ di pepe.

Alcaraz: “Perché non gli ho scritto”

“Non gli ho scritto durante la sospensione, siamo rivali, non amici“, ha dichiarato senza giri di parole. A una domanda dei giornalisti spagnoli sullo sfogo di Sinner per i pochi messaggi ricevuti nei mesi difficili legati al caso Clostebol, Carlitos ha risposto con la freddezza di chi sa bene cosa significhi lottare per stare in cima.

Alcaraz non nega la stima: “Ho grande rispetto per lui e per quello che ha fatto”, ha detto. Ma l’amicizia, quella no. “Abbiamo un buon rapporto fuori dal campo, ma non siamo così vicini. È normale che si senta deluso se qualcuno non gli ha scritto, ma alla fine ognuno guarda a sé. Ci sono persone che vogliono stare dietro a lui, che gli scrivono, ma è complicato essere amici quando ci si affronta a questi livelli”.

Un messaggio chiaro, diretto, che spezza l’illusione romantica di un tennis fatto di pacche sulle spalle e chiacchiere negli spogliatoi. Il circuito, dice Alcaraz, è un mondo in cui puoi “andare d’accordo, bene o male”, ma quando si gioca testa a testa, quando la distanza si misura in millimetri, prevale la competitività.

“Non vedo l’ora di affrontarlo”: tutta l’attesa per la finale

A Roma sarà la finale più attesa. Sinner è rientrato dopo tre mesi di stop, Alcaraz ha saltato Barcellona e Madrid per problemi fisici, eppure eccoli lì, ancora una volta l’uno contro l’altro, a contendersi il trono romano. “Non vedo l’ora di affrontarlo, sono sincero”, ha detto Carlitos. “Ogni volta che giochiamo è una battaglia. E questi sono i momenti che mi piacciono di più”.

Sarà ancora più difficile, ammette, “perché a Roma lui non gioca da solo“. E ieri sera, nella semifinale contro Tommy Paul, si è visto benissimo: il tifo per Sinner ha infiammato il Foro. Sinner, da parte sua, ha parlato di dolori alla coscia e vesciche, ma ha rassicurato tutti: “Non sono allarmato“. E non poteva essere altrimenti: sfidare Alcaraz a Roma, nella sua seconda casa, con il pubblico a cantare il suo nome, è un’occasione da cogliere anche con una gamba sola.

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