
“Sono stanco, ma pronto a tutto quello che verrà”, ha dichiarato Andrea Sempio ai microfoni di Quarto Grado, il programma di Rete4. È l’unico indagato per omicidio in concorso nella nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, la ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Un caso già chiuso con sentenza definitiva nel 2014, ma che oggi, a quasi diciotto anni dai fatti, si è riaperto sotto una luce del tutto diversa.
Sempio, 37 anni, amico del fratello della vittima, ha raccontato di aver vissuto con angoscia la perquisizione avvenuta mercoledì scorso nella sua abitazione a Voghera. “Pensavi fosse un arresto?”, gli ha chiesto il cronista. “All’inizio l’ho pensato…”, ha risposto. Nel suo racconto, la preoccupazione più grande riguarda i genitori, coinvolti loro malgrado nel caos di questi giorni. “Sono dispiaciuto anche per i miei amici. Ma faremo tutto il necessario, passo dopo passo.”
Accertamenti, sospetti e vecchi articoli
Gli investigatori, nel frattempo, hanno allargato il raggio d’azione. Il Dna di Sempio e di altre dieci persone, tra cui le sorelle Cappa, cugine di Chiara Poggi, è ora sotto analisi. Uno degli elementi più discussi dell’inchiesta è un vecchio articolo scritto da Sempio per un corso post-diploma in comunicazione, nel 2013: un elaborato proprio sul delitto di Garlasco. I magistrati stanno cercando quel testo tra i materiali sequestrati, sia su supporti digitali, sia negli archivi della fondazione che ospitò il corso.
“Non ci preoccupa”, ha detto il legale di Sempio, Massimo Lovati, che definisce l’elaborato “un esercizio di scrittura su un caso di cronaca giudiziaria che all’epoca era di moda”. Intanto, martedì 20 maggio, alle ore 14, Sempio sarà interrogato in Procura a Pavia. Potrà scegliere se rispondere alle domande, avvalersi della facoltà di non farlo o rilasciare solo dichiarazioni spontanee.
Armi mai trovate e un’indagine “confusa”
Nella stessa giornata di mercoledì, durante il blitz, gli inquirenti hanno recuperato da un canale a Tromello alcuni oggetti metallici: un attizzatoio, una mazzetta da muratore, parti di un’ascia. Si cerca una compatibilità con l’arma del delitto, mai individuata nel corso delle indagini originarie.
Il giorno dopo, venerdì, i difensori sono comparsi al Palazzo di giustizia per l’udienza sull’incidente probatorio: servirà a stabilire i tempi e le modalità delle analisi genetiche sui due profili maschili trovati sotto le unghie della vittima. Si attendono anche valutazioni sulla validità scientifica di un eventuale riscontro con il Dna di Sempio.
Il legale rimane cauto: “Sarà un’indagine lunga. Vediamo che succede. Siamo confusi, è un’indagine confusa fin dall’origine. Già la prospettazione dell’accusa è confusa. Accusa confusa, fa anche rima”, ha aggiunto con una punta di sarcasmo.
Un ritorno mediatico e giudiziario
A rendere ancora più delicato il quadro è il peso della storia: una condanna definitiva — quella inflitta ad Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara Poggi — che sembrava aver messo fine al caso. E invece oggi tutto torna a muoversi. Tornano i sospetti, tornano le perquisizioni, tornano le telecamere. E Andrea Sempio, fino a ieri nome secondario in questa lunga vicenda giudiziaria, ora ne è diventato il nuovo protagonista.