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Remigration summit, a Milano scontri tra la polizia e gli antagonisti

Pubblicato: 17/05/2025 16:38

Una manifestazione di protesta di vaste proporzioni ha segnato la giornata, radunando migliaia di persone contrarie alle politiche di rimpatrio e alle politiche europee in materia di migrazione e sicurezza. Il movimento antagonista ha espresso con forza il proprio dissenso attraverso un corteo che ha visto un grande coinvolgimento di gruppi internazionali, accomunati da un messaggio di solidarietà e resistenza contro quello che definiscono un sistema di esclusione e repressione.

Il clima della protesta è stato caratterizzato da un mix di determinazione e tensione crescente, che ha visto i partecipanti passare da momenti di manifestazione pacifica a scontri diretti con le forze dell’ordine. Il corteo, non preavvisato, ha sorpreso le autorità, che hanno predisposto blocchi e misure di contenimento per evitare che la protesta raggiungesse obiettivi sensibili. I manifestanti, molti vestiti di nero e con simboli di lotta antifascista, hanno scandito slogan e lanciato fumogeni, mostrando un’organizzazione attenta e decisa.

Scontri a Milano

A Milano, 17 maggio 2025, si è svolta la protesta contro il Remigration summit, ospitato nella mattinata al Teatro Condominio di Gallarate. Circa mille manifestanti, provenienti anche da Francia e Grecia, si sono radunati in Largo Cairoli, dando vita a un corteo non autorizzato che ha subito attirato l’attenzione delle forze dell’ordine.

Corteo non preavvisato e tensioni crescenti

L’assenza di comunicazione con la questura ha reso incerto il percorso della manifestazione. Due i luoghi potenzialmente sensibili individuati dalle forze dell’ordine: Palazzo delle Stelline, sede di un ufficio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea, e la vicina stazione di Cadorna. Entrambi sono stati messi in sicurezza con blindati e grate a protezione delle vie d’accesso.

I manifestanti hanno iniziato a radunarsi verso le 14.30, aprendo il corteo con uno striscione che riprendeva lo slogan della protesta. Tra loro, bandiere nere e simboli commemorativi in memoria di Davide Cesare, conosciuto come Dax, figura del centro sociale Orso ucciso nel 2003. Presenti anche bandiere della Palestina, a testimoniare il carattere internazionale del dissenso.

Fumogeni, caschi e scontri con la polizia

Il corteo ha preso una piega più tesa intorno alle 15.55 in via Carducci, dove sono stati accesi numerosi fumogeni. Coperti dal fumo, alcuni manifestanti si sono cambiati, indossando passamontagna e caschi, uniformandosi nel vestiario nero.

Poco dopo, in via Leopardi, i manifestanti hanno lanciato fumogeni contro gli agenti, provocando l’intervento della polizia, che ha risposto con idranti per disperdere la folla. Lo scontro è avvenuto in corrispondenza del blocco predisposto per impedire al corteo di raggiungere la stazione di Cadorna.

Le rivendicazioni del corteo

Gli organizzatori della protesta hanno lanciato un appello forte e chiaro: “È necessario nel contesto globale attuale immaginare e costruire un modo di vivere diverso e dunque un mondo radicalmente differente. Davanti a genocidi, guerre, riarmo, politiche razziste, deportazioni e attacco costante e quotidiano a tutte le persone ai margini, non bianche e ricche, noi rispondiamo tessendo relazioni internazionali, che valicano i confini imposti, praticando solidarietà e cura, costruendo comunità resistenti, transfemministe e antirazziste”.

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