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Partorisce e getta il neonato nel water: il corpicino trovato in un tombino. “Non mi ero accorta”

Pubblicato: 17/05/2025 12:56

In alcune circostanze, la realtà supera ogni possibile previsione. Talvolta, eventi di estrema drammaticità si consumano lontano dai riflettori, in contesti ordinari, rendendo ancora più difficile comprenderne le dinamiche. È in uno di questi spazi, apparentemente comuni, che si è verificata una vicenda capace di scuotere profondamente anche i cuori più forti.

Quello che sembrava un giorno come tanti è stato segnato da un atto che ha lasciato attoniti investigatori, sanitari e cittadini. Le prime informazioni sono emerse in modo frammentario, attraverso il racconto di una donna che si è presentata in ospedale, affermando qualcosa che subito ha sollevato più di un dubbio.

Una nascita e una morte nello stesso istante

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, una donna di origine nigeriana, 29 anni, si trovava a casa di amici quando avrebbe indotto il parto in bagno, alla 25esima/26esima settimana di gravidanza. Il neonato, nato vivo, sarebbe poi stato spinto nel wc fino a causarne la morte. “Non sapevo di essere incinta, non mi sono accorta di aver partorito”, avrebbe dichiarato agli investigatori. Una versione che, tuttavia, non ha convinto gli inquirenti.

La vicenda si è verificata lo scorso ottobre in una cittadina nei pressi di Roma. L’allarme è scattato dopo che la donna si era presentata al pronto soccorso, dove i medici, insospettiti dalla situazione clinica, hanno informato le autorità. Sono state proprio le indagini avviate in seguito alla segnalazione del personale sanitario a portare alla scoperta del corpo del neonato: il piccolo è stato ritrovato all’interno di un tombino, collegato alle tubature dell’abitazione.

La donna è stata arrestata pochi giorni fa e ora si trova detenuta presso il carcere di Rebibbia. I suoi due figli sono stati affidati a parenti. È stata localizzata nella zona di Finocchio, alla periferia della capitale, dopo alcune ricerche.

Le analisi mediche e gli esami del DNA sul corpo del neonato hanno confermato il legame biologico con la 29enne. Secondo i primi accertamenti, il bambino, che pesava circa un chilo, sarebbe morto per annegamento. Sul suo corpo è stata riscontrata anche una lesione alla schiena, compatibile con una pressione forzata attraverso le tubature del wc.

Una tragedia intima e crudele, avvolta da interrogativi ancora aperti.

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