
Aveva partorito da sola, nel bagno dell’abitazione di alcuni amici, alle porte di Roma, in una notte di ottobre. Un parto avvenuto nel silenzio, forse nel panico, che si è trasformato in tragedia. Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna — una 29enne di origini nigeriane — avrebbe poi spinto il bambino, nato vivo, nello scarico del water. Il piccolo è stato ritrovato senza vita, giorni dopo, all’interno di un tombino collegato alle tubature di scarico della casa.
Le indagini partite dall’ospedale
A dare il via all’inchiesta erano stati i medici del pronto soccorso, dove la donna si era presentata in condizioni compatibili con un parto appena avvenuto, ma negando di aver avuto un bambino. L’incredulità e l’esperienza dei sanitari hanno spinto a una segnalazione immediata alla polizia. Le successive verifiche hanno condotto gli inquirenti al macabro ritrovamento nel sistema fognario dell’abitazione.
Custodia cautelare in carcere
Nei giorni scorsi, per la donna è scattato l’arresto con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal giudice su richiesta della procura. Gli altri due figli minorenni della donna sono stati temporaneamente affidati a parenti, mentre proseguono le indagini per ricostruire esattamente quanto accaduto in quelle ore drammatiche.
Un caso che interroga e sconvolge
L’intera vicenda getta una luce cupa su un dramma taciuto, consumatosi nella solitudine e nella disperazione. La posizione della donna — che continua a negare ogni responsabilità — sarà ora oggetto di approfondimento giudiziario, mentre la comunità cerca di comprendere come un gesto tanto estremo possa nascere nel cuore di un’abitazione qualsiasi, tra le mura di un bagno.