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Netanyahu riapre aiuti umanitari a Gaza: “Un minimo di cibo…”

Pubblicato: 18/05/2025 22:58

Israele consentirà nuovamente l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ma lo farà secondo una logica strettamente militare. La decisione è stata annunciata al termine di una riunione del gabinetto di sicurezza, durante la quale il primo ministro Benjamin Netanyahu ha approvato la ripresa delle forniture di cibo nel territorio palestinese. Secondo il comunicato ufficiale, la mossa avviene “su raccomandazione delle IDF” e serve a “consentire l’espansione di intensi combattimenti per sconfiggere Hamas”.

La dichiarazione specifica che l’ingresso sarà limitato a “una quantità minima di cibo”, sufficiente a evitare il collasso totale della popolazione civile. Una crisi umanitaria, secondo l’ufficio del primo ministro, “metterebbe a repentaglio il proseguimento delle operazioni militari”.

Israele vuole controllare la distribuzione

In parallelo, Israele cercherà di impedire che Hamas si impossessi degli aiuti, come già denunciato in passato. “Agiremo per negare ad Hamas la possibilità di prendere il controllo della distribuzione degli aiuti umanitari”, recita il comunicato. Una condizione che, per Tel Aviv, è necessaria a garantire che il sostegno non finisca per rafforzare i terroristi.

La decisione arriva in un momento di forte pressione internazionale, con sempre più governi e ONG che chiedono la fine del blocco imposto da Israele da mesi su tutte le consegne verso Gaza. Finora, lo Stato ebraico si è rifiutato di cedere, accusando Hamas di rubare sistematicamente le forniture e minando ogni possibilità di una distribuzione sicura.

Intesa con le organizzazioni umanitarie

La ripresa degli aiuti, secondo quanto riferito dal sito Walla, avverrà tramite organizzazioni internazionali già operative sul campo, come il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU e la World Central Kitchen. Queste realtà agiranno come tramite fino all’attivazione di un nuovo meccanismo di distribuzione, concordato con Stati Uniti e Israele, atteso entro la fine del mese.

Secondo Ynet, Netanyahu avrebbe sottolineato in riunione che la ripresa degli aiuti non è frutto di una concessione, ma una mossa tattica dettata dalla necessità di rispondere alle richieste di Washington, sempre più esplicite negli ultimi giorni.

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