
Nicusor Dan è il nuovo presidente della Romania. Il sindaco pro-europeo di Bucarest ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali con una rimonta spettacolare, ribaltando i risultati del primo turno. Quando è stato scrutinato oltre il 94% delle schede, il candidato centrista ha ottenuto quasi il 54% dei voti, contro il 46% del leader dell’estrema destra George Simion, che però contesta il risultato e rivendica la vittoria.
Simion grida alla frode, ma Dan parla al Paese
“Questo voto dimostra che i romeni vogliono il dialogo, non l’odio”, ha detto Dan subito dopo la diffusione degli exit poll. In un discorso sobrio ma determinato, ha avvertito: “Stanno per arrivare tempi economici difficili, ma la nostra società ha mostrato una forza impressionante”.
Dal canto suo, George Simion ha denunciato “gravi irregolarità” e ha dichiarato di avere “400mila voti in più” rispetto al suo avversario. “Sono io il nuovo presidente e restituisco il potere ai romeni”, ha detto ai suoi sostenitori. Il leader sovranista aveva ottenuto il 40,9% al primo turno, mentre Dan si era fermato a poco più del 20%.
Un voto figlio della crisi istituzionale
Le presidenziali del 2025 arrivano dopo mesi turbolenti. Lo scorso dicembre, la Corte Costituzionale aveva annullato le elezioni precedenti per via di presunte interferenze russe e una campagna social a favore di Georgescu, inizialmente proclamato vincitore ma poi escluso dalla nuova tornata. Simion, che si è sempre dichiarato suo alleato, ha parlato apertamente di “colpo di stato” e si è rifiutato di partecipare ai dibattiti televisivi.
Due candidati, due visioni
Simion, 38 anni, è un ex hooligan, fan dichiarato di Donald Trump, spesso in campagna con un berretto “Make America Great Again”. Contesta apertamente l’Unione europea, definendola “un’élite di burocrati non eletti”. Secondo il parlamentare europeo Siegfried Mureșan, “Simion è pericoloso, e Meloni si fa del male se lo sostiene ancora”.
Proprio Giorgia Meloni, secondo un’indiscrezione riportata da Repubblica, gli avrebbe scritto un messaggio nei giorni scorsi: “Insieme a Bruxelles”.
All’opposto, Nicusor Dan, 55 anni, è un ex matematico, sindaco di Bucarest dal 2020. Rieletto nel 2024, è riuscito a modernizzare i servizi pubblici della capitale e a salvarla dalla bancarotta. Ha promesso “onestà e cambiamento”, attaccando duramente l’establishment post-comunista, definito “corrotto e arrogante”.
Uno scontro simbolico
Il voto ha assunto un significato che va ben oltre la Romania. È stato lo scontro tra due visioni opposte d’Europa: da una parte il sovranismo agitato da Simion, sostenuto da una parte dell’estrema destra continentale; dall’altra il riformismo europeista incarnato da Dan, che ha saputo mobilitare gli indecisi e rimontare in poche settimane.
I risultati definitivi sono attesi nelle prossime ore, ma il messaggio è già chiaro: Bucarest guarda ancora a Bruxelles. E lo fa con un nuovo volto.