
La recente finale di “Amici” ha lasciato molti spettatori, me compreso, con l’amaro in bocca. Non si tratta di una semplice preferenza personale, ma di una riflessione sul talento, il merito e la giustizia artistica. Questi elementi, purtroppo, sono stati assenti proprio nel momento cruciale del programma.
Un finale contestato
La serata si è aperta con una decisione che ha sollevato molte polemiche: l’eliminazione di Francesco nella categoria ballo. Un danzatore dalla presenza scenica unica, che ha mostrato crescita e costanza durante l’intero percorso. Vederlo uscire così presto ha dato il via a una finale già percepita come squilibrata.

“Amici”, è stato davvero premiato il talento?
In campo musicale, la vittoria di Trigno ha ulteriormente alimentato il dibattito. Sebbene sia riconosciuto per la sua originalità, posizionarlo davanti a Antonia e Niccolò — due artisti dalla vocalità matura e dalla forte presenza scenica — sembra premiare aspetti che poco hanno a che fare con il vero talento musicale.

Il dilemma del televoto
Il vero problema resta il voto del pubblico. Sebbene coinvolgere i fan sia importante, un programma del calibro di “Amici” non può essere ostaggio del televoto. È essenziale che il giudizio degli esperti non venga oscurato da simpatie momentanee. Il rischio è di perdere di vista l’obiettivo principale: scoprire e valorizzare il talento. La finale di quest’anno ha premiato non i migliori, ma i più votati, e la differenza è sostanziale.