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“Cancellalo subito!”. Alessandro Gassman contro il sindaco di destra, attacco durissimo

Pubblicato: 19/05/2025 15:39

Una sala illuminata da anni di cultura. Un palcoscenico che ha visto spettacoli, incontri, emozioni. Un luogo civico pensato per ospitare l’arte, la riflessione, la parola condivisa. In quel teatro, si è tenuto un evento che ha diviso l’opinione pubblica e acceso un dibattito acceso.
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Il giorno dell’incontro, la sala si è riempita di volti noti nel panorama politico europeo. I temi affrontati, forti e divisivi. I toni usati, decisi. Sullo sfondo, una narrazione che ha attirato l’attenzione di chi osserva con preoccupazione certi rigurgiti ideologici. Il pubblico, composto da delegazioni estere e italiani, ha ascoltato, applaudito, discusso.
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Nei giorni successivi, il nome dell’evento ha iniziato a circolare con sempre più insistenza. I contenuti emersi hanno scatenato commenti, reazioni, sdegno in diversi ambienti culturali. Poi, sui social, è arrivata una voce. Forte, chiara, personale. Quella di chi ha un legame diretto con il nome che campeggia sulla facciata di quel teatro.

Alessandro Gassman contro l’uso del nome del padre

Alessandro Gassman, attore e figlio del celebre Vittorio Gassman, ha chiesto al sindacodella Lega di Gallarate di rimuovere il nome del padre dal teatro che ha ospitato, il 17 maggio, il Remigration Summit, un incontro dell’ultradestra europea. Secondo l’attore, i messaggi veicolati durante l’evento — tra cui riferimenti alla cosiddetta “sostituzione etnica” — sono in contrasto con i valori che suo padre ha rappresentato.

Il messaggio, affidato ai social, è diretto: “Caro sindaco, leggo che nel teatro intitolato a mio padre nella vostra cittadina è avvenuta la riunione internazionale dei partiti di estrema destra europei (neo fascisti e nazisti)… le chiedo di togliere il nome di mio padre al suddetto teatro. Mio padre ebbe parenti deportati e uccisi dai nazifascisti. Grazie”.

Il sindaco risponde, la polemica continua

Non si è fatta attendere la replica del primo cittadino, Andrea Cassani, esponente della Lega. “Gassman non avrebbe mai combattuto le idee con la censura”, ha dichiarato. Una risposta netta, che non spegne la discussione ma la rilancia.

La vicenda apre interrogativi sull’uso degli spazi pubblici, sull’opportunità di ospitare convegni estremisti in luoghi dedicati alla cultura, e sull’importanza dei simboli nei contesti civici. La polemica è solo all’inizio.

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Ultimo Aggiornamento: 19/05/2025 17:24

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