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Garlasco, il giorno degli interrogatori multipli: la Procura convinta di avere un asso nella manica

Pubblicato: 19/05/2025 18:41

Martedì 20 maggio, alle ore 14, Andrea Sempio tornerà a varcare la soglia della Procura di Pavia, accompagnato dai suoi legali, per essere interrogato dai magistrati che, dopo due archiviazioni, lo hanno ufficialmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. È un passaggio cruciale che riapre formalmente il caso di Garlasco, a 18 anni dalla mattina in cui la 26enne fu trovata morta nella villetta di famiglia. E lo è ancor più se si considera che, in contemporanea, saranno ascoltati anche Marco Poggi, fratello della vittima, e Alberto Stasi, ex fidanzato e già condannato in via definitiva per quel delitto. Un’interrogazione a orologeria che fa pensare che la Procura possa avere in mano un nuovo elemento decisivo.

Il materiale a disposizione degli inquirenti, almeno formalmente, è noto: tracce di Dna sotto le unghie della vittima, tre telefonate di Sempio a casa Poggi mentre Chiara era sola e un biglietto del parcheggio consegnato con un anno di ritardo. Eppure, proprio il fatto che l’interrogatorio cada a poche ore dall’estensione delle analisi genetiche fa ipotizzare che ci sia qualcosa in più, forse una intercettazione, forse un dettaglio finora rimasto in ombra ma oggi letto in un’altra luce. L’avvocato di Sempio, Matteo Lovati, ha commentato con un laconico: “Stiamo affilando le armi che ci offre il codice di procedura penale”.

I riflettori restano puntati soprattutto su quelle tre chiamate notturne, effettuate da Sempio nei giorni immediatamente precedenti all’omicidio, quando Chiara era sola in casa. Secondo gli inquirenti, Sempio sapeva che Marco era in vacanza, dal momento che la sera prima della partenza si trovava proprio con lui. Dunque, la giustificazione fornita — “chiamavo per cercare Marco” — vacilla. In una telefonata, fatta col cellulare di Sempio verso casa Poggi, si individua la prassi con cui Marco avvisava i genitori del rientro, suggerendo che i due fossero insieme, e dunque rendendo “inverosimile” l’ignoranza di Sempio sulla partenza dell’amico.

Sul tavolo anche i rapporti all’interno del gruppo di amici di Marco Poggi, poco più che maggiorenni all’epoca. Un gruppo coeso, sì, ma che gli inquirenti stanno oggi rileggendo alla ricerca di eventuali crepe. A Marco, che sarà sentito a Venezia, verrà chiesto nuovamente conto dei legami con Sempio e della frequenza con cui il gruppo entrava nella casa di Chiara. Non è escluso che la Procura stia cercando di chiarire dettagli relazionali rimasti opachi, o sottovalutati, nelle inchieste precedenti.

Nel frattempo, il legale della famiglia Poggi, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, resta scettico sulla nuova pista. “La Procura non difende la verità processuale che lo Stato ha consegnato ai Poggi”, ha detto, parlando di tesi confuse e prive di nessi evidenti tra Sempio, Stasi e altri soggetti coinvolti. Tra questi anche le sorelle Cappa, riemerse recentemente per una serie di messaggi e presunti vocali compromettenti di Paola, di cui parla l’ex manager Francesco Chiesa Soprani. Elementi non ancora acquisiti ufficialmente, ma che potrebbero pesare in un futuro sviluppo del caso.

Siamo, insomma, davanti a una fase delicata in cui la Procura sembra voler giocare le sue carte migliori, probabilmente per tentare un rinvio a giudizio. Ma con alle spalle due archiviazioni e una condanna definitiva già emessa, ciò che si muove deve essere qualcosa di solido. O almeno, lo deve sembrare. In questo momento, l’asso nella manica è solo un’ipotesi. Ma un’ipotesi che, se confermata, potrebbe riaprire uno dei casi più controversi della cronaca giudiziaria italiana.

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