
La giornata era iniziata come tante. Il mare calmo, la luce del mattino, l’aria fresca ancora leggera sull’acqua. Una barca si stacca dalla costa. Due giovani salgono a bordo, pronti per un’altra giornata all’insegna della pesca e della passione per il mare. Pochi testimoni. Un saluto veloce. Poi, più nulla.
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Le ore scorrono. I telefoni squillano a vuoto. Il tempo inizia a fare paura. I familiari si allertano. Partono le ricerche. Le squadre si muovono via terra e via mare. Volontari, forze dell’ordine, elicotteri e sommozzatori passano al setaccio ogni angolo conosciuto. Ma il mare non restituisce risposte.
Nel frattempo, cresce l’ansia. La comunità si stringe attorno alla famiglia. I giorni si sommano. I minuti si fanno pesanti. Tutti aspettano un segno. Una traccia. Anche solo un dettaglio che possa riportare un filo logico nella nebbia del mistero.
Fratelli Deiana scomparsi da un mese, aperte nuove piste
Giuseppe e Lorenzo Deiana mancano all’appello dal 19 aprile, giorno della vigilia di Pasqua. I due fratelli, di 24 e 20 anni, sono usciti in mare su una piccola barca in vetroresina di quattro metri, mai più ritrovata. L’ultima segnalazione utile li vedeva diretti verso Capo Figari, lungo le acque tra Olbia e Golfo Aranci. I cellulari hanno smesso di suonare quel pomeriggio.
Da quel momento, solo il ritrovamento di alcuni giubbotti e uno zaino, oltre a un parabordo vicino all’isola di Mortorio. Nessuna traccia dei ragazzi, nessuna traccia dell’imbarcazione. I fondali della zona sono profondi e complessi, con correnti forti e canyon marini difficili da esplorare.
Spunta l’ipotesi della collisione in mare
Negli ultimi giorni, una nuova pista ha preso forza tra gli inquirenti di Tempio Pausania. Le autorità analizzano i dati di traffico marittimo nella zona. Alcune segnalazioni parlano di una possibile collisione con una grande imbarcazione, forse un traghetto. Nessuna immagine. Nessuna certezza. Ma il pubblico ministero Mauro Lavra ha avviato indagini mirate per verificare la veridicità delle indicazioni.
L’avvocato Pietro Cherchi, legale della famiglia, conferma che anche la difesa si è mossa da tempo su questo fronte. La possibilità di un incidente con un mezzo di grosse dimensioni non viene esclusa. E in città torna alla mente un precedente tragico: quello dell’estate 2023, quando il traghetto Sharden della Moby colpì una barca da pesca, causando la morte di un marinaio.