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Israele – Hamas, l’Idf annuncia: «Verso offensiva senza precedenti a Khan Yunis». Primi camion di aiuti a Gaza

Pubblicato: 19/05/2025 17:17

Dopo oltre due mesi e mezzo di blocco, sono entrati oggi i primi camion di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, al confine con Israele e l’Egitto. A confermarlo è stato il ministero degli Esteri israeliano, spiegando che i veicoli trasportavano principalmente alimenti per l’infanzia. Secondo Eden Bar-Tal, direttore generale del ministero, si tratta dei primi di una serie di convogli: “Nei prossimi giorni ne entreranno decine”, ha affermato. Tuttavia, non è stata fornita una stima precisa del numero complessivo.

Nel frattempo, il bilancio della guerra in corso tra Israele e Hamas continua ad aggravarsi. Il ministero della Salute di Gaza ha riferito che solo nelle ultime 24 ore sono stati recuperati 136 cadaveri, mentre altri 364 feriti sono stati ricoverati negli ospedali. Le vittime palestinesi dall’inizio del conflitto hanno superato quota 53 mila, secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie locali. In parallelo, Hamas denuncia 52 morti causati dai bombardamenti israeliani odierni, mentre l’agenzia Wafa, citando fonti mediche, parla di almeno 28 decessi.

Le operazioni militari proseguono su larga scala, mentre sul fronte diplomatico emergono nuovi scenari. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha incontrato a Teheran due membri dell’ufficio politico di Hamas, Basem Naim e Osama Hamdan, a testimonianza del continuo sostegno di Teheran al movimento palestinese. Intanto la Casa Bianca ha reso noto che il presidente Donald Trump è impegnato in colloqui telefonici con entrambe le parti, segnalando un nuovo tentativo americano di mediazione.

Al valico di Rafah, invece, rimane bloccata una carovana umanitaria promossa da numerose ONG italiane – tra cui Oxfam, ARCI, Un Ponte Per – accompagnate da parlamentari, eurodeputati e docenti. Il loro obiettivo è denunciare pubblicamente “lo sterminio del popolo palestinese”, documentare la crisi e sollecitare l’ingresso degli aiuti. Tuttavia, il blocco al confine ha impedito qualsiasi avanzamento. “Nei magazzini della Mezzaluna Rossa abbiamo trovato oltre 80 mila metri quadrati di aiuti stoccati, inutilizzati”, ha denunciato Paolo Pezzati di Oxfam Italia, accusando Israele di “usare la fame come arma di guerra”.

Sul piano politico interno, si registra un duro attacco da parte del ministro israeliano dell’estrema destra, Itamar Ben Gvir, che ha definito “un grave errore” la decisione del premier Netanyahu di consentire l’ingresso degli aiuti. “Questi rifornimenti finiranno anche nelle mani di Hamas, mettendo a rischio la vita dei nostri soldati”, ha dichiarato, accusando il governo di aver aggirato il voto parlamentare per paura di un suo possibile blocco della decisione. Ben Gvir ha inoltre chiesto che la posizione israeliana venga chiarita direttamente a Trump.

In questo contesto sempre più teso, crescono gli appelli da parte della società civile e delle organizzazioni internazionali affinché si garantisca l’accesso agli aiuti umanitari e si avvii un percorso credibile verso il cessate il fuoco. Tuttavia, il valico di Rafah resta chiuso, le bombe continuano a cadere su Gaza e la diplomazia internazionale appare ancora impotente di fronte alla catastrofe in corso.

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Ultimo Aggiornamento: 19/05/2025 19:03

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