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Neonato morto nella culla termica della chiesa, cosa succede al parroco

Pubblicato: 19/05/2025 18:05

Le luci si accendono fioche. Il freddo penetra nei muri, anche quelli più solidi. La chiesa si presenta deserta, attraversata solo dal suono delle candele e dal passo lento di chi entra per una preghiera. Le panche restano vuote. Dietro l’altare, una stanza secondaria ospita un angolo speciale, dedicato all’accoglienza. La porta si apre senza far rumore.
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Una culla, posizionata dentro una nicchia protetta. Accanto, un piccolo pannello elettronico. Tutto sembra in ordine. Chi passa di lì nota solo un luogo pensato per dare speranza. Una scelta che nasce dal bisogno di proteggere, di offrire un’alternativa. Il sistema appare semplice: deposito sicuro, segnalazione immediata, soccorso garantito. In teoria.

Ma il silenzio a volte nasconde altro. Nessun suono, nessun allarme. Il giorno si alza senza che qualcuno si accorga. Poi, l’arrivo di chi apre la chiesa. Un gesto come tanti, una routine quotidiana. E lì, un’immagine che spezza ogni normalità.

Neonato morto in una culla termica, chiuse le indagini a Bari

Il piccolo Angelo, neonato lasciato nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista di Bari, è morto per ipotermia. La Procura ha chiuso le indagini e ipotizza l’omicidio colposo. L’accusa riguarda il parroco don Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio, che installò la culla nel 2014 e ne modificò l’alimentazione nel dicembre scorso.

Secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea, la culla non funzionava correttamente. Il sistema non inviò la chiamata d’allarme. Il materassino non attivò il sensore. Il locale venne raggiunto da aria fredda, forse a causa di un guasto nel climatizzatore. Il tappetino utilizzato per rilevare il peso del neonato non era adatto allo scopo. Si trattava di un dispositivo domestico a basso costo.

Verso il processo, ancora aperto il fascicolo sull’abbandono

L’avviso di chiusura indagini anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. Resta aperto, ma stralciato, il fascicolo per abbandono di minore contro ignoti. Il piccolo, ribattezzato Angelo dal sindaco di Bari Vito Leccese, riposa nell’area del cimitero cittadino destinata ai bambini. L’indagine ha rivelato mancanze nei sistemi di sicurezza, già testati in passato. Ma questa volta, nessuna segnalazione. Nessuna possibilità di intervento.

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