
Una decisione del Consiglio dei ministri ha scosso il panorama politico locale. L’iniziativa governativa ha preso di mira una recente normativa approvata da un ente territoriale speciale, focalizzata sulla durata massima degli incarichi di vertice. La mossa ha immediatamente generato reazioni contrastanti e sollevato interrogativi sul delicato equilibrio tra autonomia regionale e prerogative statali.
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Le prime reazioni dal territorio coinvolto non si sono fatte attendere. Esponenti politici locali hanno espresso con forza il proprio disappunto, parlando di un atto che incide profondamente sulle competenze autonomistiche riconosciute. Si percepisce una forte contrarietà rispetto a quella che viene interpretata come un’ingerenza nelle dinamiche decisionali interne.
La vicenda mette in luce anche dinamiche complesse all’interno della coalizione di governo a livello nazionale. Una parte dell’esecutivo sembra aver sostenuto con fermezza la decisione di impugnare la legge. Emergono posizioni divergenti da altre forze politiche che appoggiano la maggioranza. Questo scenario apre interrogativi sugli equilibri interni e sulle possibili ripercussioni future.
Impugnata la legge trentina sul terzo mandato del governatore Fugatti
Il Consiglio dei ministri ha dunque impugnato di fronte alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento. Che eleva da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente dell’ente. La Lega, come precisato dal partito, ha confermato, attraverso i suoi ministri, la posizione contraria all’impugnativa, senza però esprimere un voto contrario formale. «Un atto istituzionale molto pesante», ha commentato il governatore trentino Maurizio Fugatti. Mirko Bisesti, capogruppo della Lega in Provincia di Trento, ha sottolineato ha rilasciato alcune dichiarazioni. «Per noi avere una impugnativa a fronte di una competenza esclusiva, forte di pareri giuridici altrettanto forti, è un attacco. Una messa in discussione della nostra autonomia speciale. E anche nei confronti della Lega».
L’equilibrio del centrodestra nazionale e il caso Friuli
La premier Giorgia Meloni ha sempre espresso una netta contrarietà al terzo mandato per i governatori, bloccando in precedenza iniziative simili in altre regioni. Su questa linea ha il sostegno di Forza Italia. Lo scontro si manifesta con la Lega, che invece si è schierata a favore del terzo mandato, in particolare per Maurizio Fugatti, che punta a un terzo mandato nel 2028. Il vicepremier Matteo Salvini aveva assicurato che il governo non avrebbe impugnato la legge trentina. Un altro elemento di tensione riguarda la situazione in Friuli Venezia Giulia, altra Regione a statuto speciale, dove una crisi politica è in corso. Le dimissioni degli assessori di Lega, Fi e lista Fedriga, nate da una polemica sull’ospedale di Pordenone e un’intervista del ministro Luca Ciriani di Fratelli d’Italia, vengono lette da alcuni come collegate alla questione del terzo mandato in Trentino per il governatore.
La posizione del governatore Fugatti e le possibili conseguenze
Fugatti, in attesa della decisione odierna, aveva previsto una scelta «politica» da parte del governo. Dopo la pronuncia della Consulta sulla legge campana, aveva dichiarato che le Autonomie speciali non rientravano in quella sentenza. «Tutta questa eccitazione politica che ho visto sulla certezza che il Trentino possa essere contemplato in quella sentenza, ammesso e non concesso che ci sia l’impugnativa, non esiste», aveva affermato, ritenendo chiare le righe della sentenza che escludevano le Autonomie speciali. Per il governatore, «l’Autonomia speciale deve essere libera di autodeterminarsi». La decisione di impugnare la legge trentina rappresenta ora uno «schiaffo all’Autonomia» e un «attacco frontale» a Fugatti, con possibili ripercussioni sulla tenuta della coalizione a livello locale.
Dettagli sulla legge trentina impugnata
La legge trentina, approvata il 9 aprile dal Consiglio provinciale del Trentino Alto Adige con 19 sì e 16 no, modifica la legge elettorale provinciale del 2003 introducendo la possibilità di un terzo mandato per il presidente della Provincia. Questa modifica avrebbe permesso a Maurizio Fugatti di ricandidarsi nel 2028, in deroga alla legge nazionale del 2004 che fissa a due i mandati consecutivi per i governatori. L’approvazione della legge ha creato divisioni nella maggioranza locale e all’interno del gruppo di Fratelli d’Italia, con due consiglieri FdI che hanno votato contro. La decisione del Consiglio provinciale di Trento era giunta lo stesso giorno in cui la Corte costituzionale aveva dichiarato incostituzionale la legge della Campania sul terzo mandato per Vincenzo De Luca. Anche in quel caso, era stato il Consiglio dei ministri a impugnare la legge regionale. Ora la Consulta dovrà esprimersi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, regione a statuto speciale con maggiore autonomia rispetto alle regioni a statuto ordinario come la Campania.