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“Fermate tutto”. Liliana Resinovich, ancora un colpo di scena: coinvolto il marito

Pubblicato: 20/05/2025 18:27

In alcuni casi giudiziari, i tempi della verità sembrano allungarsi, complicati da nuovi elementi, analisi tecniche e battaglie legali. Anche quando si è vicini a fare chiarezza, basta una mossa inattesa per rallentare l’intero percorso. È quanto accaduto di recente in un’indagine ancora aperta, legata a una vicenda che da tempo ha attirato attenzione e interrogativi.

Nonostante l’attesa per nuovi sviluppi, l’iter investigativo ha subito una battuta d’arresto. Un passaggio tecnico previsto per chiarire alcune circostanze fondamentali non è andato a buon fine, lasciando ancora in sospeso le risposte tanto attese.

Slittano gli accertamenti sul caso Resinovich

Non sono stati affidati, contrariamente alle attese, gli incarichi per gli accertamenti tecnici irripetibili riguardanti il caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta il 5 gennaio 2022. Il rinvio è stato provocato dalla riserva di incidente probatorio presentata dai legali di Sebastiano Visintin, marito della vittima.

L’incontro si è svolto negli uffici della Procura, alla presenza della pm Ilaria Iozzi, titolare del fascicolo. Avrebbe dovuto concludersi con il conferimento degli incarichi a Cristina CattaneoStefano TambuzziElena PilliRosario Casamassima e Oscar Ghizzoni, ma così non è stato. I difensori di Visintin, Alice e Paolo Bevilacqua, hanno infatti depositato la riserva che ha di fatto interrotto la procedura.

Un dettaglio rilevante riguarda la lesione alla vertebra T2, al centro delle ultime ipotesi alternative al suicidio. Malgrado le aspettative, non è stato ancora coinvolto alcun radiologo forense, lasciando intendere che al momento non verrà approfondito questo aspetto.

La nuova serie di accertamenti, mai formalmente avviata, avrebbe rappresentato un supplemento alla consulenza già svolta dal team coordinato da Cristina Cattaneo, con la partecipazione dei consulenti di parte sia di Visintin che della famiglia di Liliana.

Nel frattempo, è stato trasferito il tecnico autoptico che, durante una recente testimonianza, ha dichiarato di aver lesionato accidentalmente la vertebra in una manovra preliminare all’autopsia. Quell’elemento, insieme ad altri dettagli emersi successivamente, è tra i cardini della nuova perizia che contesta l’ipotesi di suicidio, suggerendo invece l’intervento di terzi come possibile causa del decesso.

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Ultimo Aggiornamento: 20/05/2025 19:37

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