
Ci sono storie in cui la fragilità della mente umana si intreccia con eventi irreparabili, lasciando dietro di sé un dolore difficile da contenere. Quando la sofferenza psichica non viene riconosciuta in tempo, può trasformarsi in tragedia, anche all’interno delle mura domestiche.
È in questo delicato confine tra realtà e delirio che si è svolto un dramma i cui contorni stanno emergendo solo ora, a distanza di mesi. Una vicenda familiare, segnata da disturbi mentali, perdita e ossessioni, è tornata nuovamente al centro dell’attenzione pubblica con l’ultima udienza processuale.
“Ero terrorizzata”: la voce di Caryl Menghetti davanti ai giudici
Nel corso di una recente udienza in aula, Caryl Menghetti, 46 anni, ha risposto alle domande della Corte d’Assise in merito a quanto accaduto lo scorso gennaio, quando ha ucciso il marito Diego Rota nella loro abitazione di Martinengo, in provincia di Bergamo. Secondo i consulenti tecnici e i periti, la donna non era in grado di intendere e di volere al momento dell’omicidio.
Attualmente si trova in una struttura protetta a Castiglione delle Stiviere, mentre la figlia della coppia è stata affidata ai familiari. Durante l’interrogatorio, Menghetti ha parlato delle sue paure ricorrenti: “Avevo paura quando la mia bambina si allontanava. Una volta si era nascosta sotto lo scivolo e mi ero spaventata perché non la vedevo più”, ha raccontato, riferendosi al periodo in cui gestiva un chiosco nel parco Suardi.
Le sue angosce, nate dopo la perdita di un figlio durante la gravidanza, si sono trasformate in ossessioni legate alla pedofilia. “Diego non c’entrava niente, erano paure mie. La mia paura era che qualcuno potesse farle del male”, ha detto ai giudici, spiegando che il marito cercava di rassicurarla ma lei si sentiva sempre più in pericolo.
Il giorno dell’omicidio, dopo un episodio di allucinazioni, Rota l’aveva accompagnata all’ospedale, ma la donna era stata dimessa con una terapia farmacologica. “Volevo rimanere ricoverata, l’ho detto a mio marito, ma lui ha firmato per portarmi a casa”, ha dichiarato. La sera stessa, in preda al delirio, ha colpito l’uomo con due coltelli, convinta che volesse fare del male alla figlia.
Il perito Sergio Monchieri ha aggiunto che la donna avrebbe anche riferito episodi di violenza subita in passato, mai prima verbalizzati. Infine, Menghetti ha ammesso: “Mi volevo separare, non stavo più bene con lui”, raccontando di frequenti litigi per motivi economici e lavorativi.