
Nel pieno di un nuovo fermento mediatico intorno al caso Garlasco, legato all’omicidio di Chiara Poggi del 2007, anche i social entrano in scena. A far discutere, questa volta, non sono soltanto gli sviluppi processuali, ma le Instagram stories di Selvaggia Lucarelli, che ha rilanciato contenuti pubblicati dall’avvocata di Andrea Sempio – nome tornato recentemente al centro delle cronache.
Lucarelli, nota per il suo stile pungente e ironico, ha condiviso sul proprio profilo alcune frasi-slogan tratte direttamente dai contenuti social dell’avvocata. Tra questi, spiccano: “Guerra dura senza paura”, “In un mondo di avvocati, sii penalista” e il più provocatorio “I love CPP (Codice di Procedura Penale)”. Frasi pubblicate in origine dalla stessa legale per esprimere con orgoglio la propria appartenenza al mondo del diritto penale.

Ironia o critica? Il dibattito corre sui social
Il tono con cui Lucarelli ha ripreso e rilanciato questi contenuti ha subito fatto pensare a una presa in giro nei confronti della professionista. Senza mai nominarla direttamente, la giornalista ha lasciato intendere un certo scetticismo nei confronti di questo approccio comunicativo che mischia estetica motivazionale e toga. Il risultato? Un’ondata di commenti, tra chi difende l’avvocata per l’originalità e la passione nel raccontare il proprio lavoro, e chi invece – come Lucarelli – sembra mettere in discussione la serietà di certi toni, soprattutto in un contesto così delicato.


Il tutto avviene mentre il nome di Andrea Sempio torna a circolare in relazione alle indagini sull’omicidio Poggi, caso per il quale Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva. Il coinvolgimento mediatico della sua difesa ha attirato inevitabilmente l’attenzione.
Giustizia e spettacolo: confini sempre più sfumati
La vicenda solleva ancora una volta domande sull’uso dei social da parte degli avvocati, soprattutto quando si tratta di casi ad altissimo impatto pubblico. È lecito comunicare con uno stile “pop” anche dentro un’aula virtuale? Oppure c’è il rischio di trasformare il dibattito giudiziario in un reality? In attesa di sviluppi giudiziari concreti, il processo parallelo dell’opinione pubblica corre veloce – tra storie, meme e frecciate.