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Merano, torna a parlare la sindaca che si è tolta il tricolore: “Non lo rifarei ma ho ragione”

Pubblicato: 20/05/2025 14:09
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Un gesto durato pochi istanti, ma sufficiente per accendere il dibattito politico e mediatico. Alla cerimonia ufficiale di insediamento del nuovo sindaco di Merano, Katharina Zeller, esponente della Svp, si è tolta la fascia tricolore appena le è stata indossata dal sindaco uscente. Un’azione che ha immediatamente sollevato critiche e polemiche, non solo in Alto Adige, ma in tutta Italia, interpretata da molti come una mancanza di rispetto verso il tricolore e, più in generale, verso l’identità nazionale.
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Zeller si è difesa spiegando che il suo non è stato un rifiuto del simbolo nazionale, ma una reazione a quella che ha definito una provocazione politica. Un gesto quindi non contro l’Italia, ma contro l’imposizione pubblica da parte del suo predecessore, esponente della destra e appena sconfitto alle urne.

Le parole della sindaca: “Non lo rifarei”

In un’intervista a la Repubblica, la nuova sindaca ha voluto chiarire le motivazioni che l’hanno spinta ad agire in quel modo. “Non mi sono sfilata la fascia per mancare di rispetto al tricolore. Rappresenta l’Italia, la mia patria”, ha dichiarato, ricordando come da vicesindaca abbia sempre indossato la fascia in tutte le occasioni ufficiali.

Katharina Zeller ammette però che il gesto è stato istintivo e inopportuno, frutto anche dell’emozione del momento. E aggiunge: “Non lo rifarei”. Nella sua ricostruzione, il momento del passaggio di consegne si sarebbe trasformato in un atto di forzatura simbolica da parte del sindaco uscente, un uomo che – secondo lei – ha voluto impartirle una lezione pubblica. “Mi sono opposta a un gesto provocatorio, teso a presentarmi come una bambina obbligata a ubbidire a un uomo maturo”, ha affermato.

La polemica politica e il nodo dell’identità altoatesina

Il caso si è caricato rapidamente di significati politici. In Alto Adige, dove le tensioni tra i gruppi linguistici sono state storicamente forti, ogni simbolo assume un valore potenziato. E la fascia tricolore, pur essendo un elemento istituzionale, può diventare un terreno di scontro.

Zeller ha ricordato che nel 2017, il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige ha approvato una mozione che equipara la fascia tricolore al collare municipale, rendendo quest’ultimo un’alternativa proprio per evitare divisioni. “La fascia è obbligatoria solo in alcune funzioni, come quelle di ufficiale di stato civile o durante le cerimonie pubbliche. In altre occasioni, si può usare l’effigie comunale per rappresentare tutti i cittadini, senza distinzione”, ha spiegato la sindaca.

Un precedente importante – citato dalla stessa Zeller – risale al 1997, quando il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro visitò la regione: molti sindaci indossarono solo il collare comunale e nessuno, ricorda, sollevò obiezioni.

Le scuse e le accuse reciproche

Dopo le critiche piovute da più fronti, Katharina Zeller ha deciso di scusarsi pubblicamente con chi si è sentito offeso dal suo gesto. “Capisco che una parte di cittadini non solo altoatesini possa essersi sentita offesa. Per questo è stato un gesto istintivo ma inopportuno: non ho problemi a chiedere scusa”.

Tuttavia, la sindaca continua a sottolineare la dinamica del gesto come reazione a un comportamento che giudica prepotente. “Non ho rifiutato il tricolore, ma una prepotenza muscolare esibita per riaprire i conflitti e i rancori di cui le destre estreme hanno bisogno per non diventare irrilevanti”, ha dichiarato.

Zeller ha anche sollevato la questione di genere, affermando che se al suo posto ci fosse stato un uomo, il sindaco uscente non si sarebbe comportato in modo così fisico e impositivo. “Se fossi stata un uomo, probabilmente questo caos non sarebbe scoppiato”, ha detto.

Un messaggio di unità tra i gruppi linguistici

Nonostante la polemica, la nuova sindaca ha ribadito la sua intenzione di fare politica per unire, rifiutando ogni etichetta di tipo anti italiano. “Non sarò mai simbolo e strumento degli estremisti che vivono di rancore, tedeschi o italiani che siano”, ha affermato, lanciando un messaggio di convivenza tra i gruppi linguistici dell’Alto Adige.

Una visione che vuole superare la logica del conflitto identitario per promuovere un’amministrazione inclusiva, pur nel rispetto delle differenze culturali. “Tutti i gruppi linguistici dell’Alto Adige hanno una storia di dolore e soprusi. Ma abbiamo girato pagina”, ha dichiarato.

Conclusioni

Il caso della fascia tricolore a Merano ha messo in luce quanto ancora oggi i simboli dell’unità nazionale possano diventare strumenti di conflitto, soprattutto in territori dalla storia complessa come l’Alto Adige. La neo sindaca Katharina Zeller, tra scuse e rivendicazioni, ha cercato di spiegare la sua posizione, ma il gesto ha già lasciato il segno.

In un contesto dove la sensibilità identitaria è forte, ogni azione assume un significato politico. E la sfida per la nuova sindaca sarà proprio questa: amministrare un territorio diviso, cercando di costruire ponti e non muri, partendo dal riconoscimento degli errori e dalla volontà di non ripeterli.

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Ultimo Aggiornamento: 20/05/2025 14:10

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