
Nel cuore della provincia pavese, a Garlasco, c’è un delitto che non smette di fare rumore. Un caso riaperto dopo diciotto anni, con nuove indagini, nuove piste, nuove domande. E un nome che improvvisamente riemerge dal passato: Alessandro Biasibetti.
Amico del fratello di Chiara Poggi, amico di Andrea Sempio, oggi indagato per omicidio in concorso, Biasibetti era tra i volti della cerchia che ruotava intorno alla villa di via Pascoli nell’estate del 2007. Aveva diciannove anni, un passato da chierichetto, una vita ancora da costruire. Oggi ha scelto la tonaca: è frate domenicano, si fa chiamare fra Alessandro Matteo Maria, ha pronunciato la sua professione solenne nella basilica di San Domenico a Bologna il 29 settembre 2023.
Da Garlasco al convento
Biasibetti è cresciuto tra l’oratorio di paese e le aule del liceo classico a Vigevano. Frequentava l’università a Pavia, come tanti ragazzi della zona. Il giorno in cui Chiara venne uccisa, era con i Poggi in vacanza in Trentino. Ma oggi il suo nome è riemerso con forza nell’inchiesta bis: i carabinieri del Ris stanno riesaminando ogni traccia, ogni relazione.
Il GIP di Pavia ha disposto l’acquisizione del DNA di Biasibetti, non perché sia formalmente indagato, ma per verificare se anche lui possa entrare nel quadro genetico rinvenuto sulla scena del crimine. Una mossa che ha fatto discutere, non solo per la sua posizione, ma per il profilo che oggi incarna: quello di un religioso che ha scelto il silenzio e la meditazione, dopo un passato segnato da una vicinanza mai chiarita a un delitto irrisolto.
Il legame con l’indagato e la legale
A rendere la storia ancora più intricata c’è un dettaglio personale: Biasibetti in passato ha avuto una relazione sentimentale con Angela Taccia, oggi avvocato difensore di Andrea Sempio. Una coincidenza che non è sfuggita agli inquirenti, i quali stanno cercando di ricostruire l’intera rete di rapporti intorno a Sempio, al fratello Marco e alla stessa Chiara.
Sempio, che ha lasciato impronte accanto al corpo della vittima, è il nuovo indagato al centro dell’inchiesta. Ma l’impressione è che la procura stia cercando di disegnare un contesto, un ambiente chiuso, coeso, fatto di legami stretti, amicizie e forse convergenze omertose.
Una figura ambigua o solo un’anima in cerca?
Oggi Biasibetti è frate, predica, prega, si dedica alla vita monastica. È il volto della conversione o della fuga? La domanda resta sospesa. Come resta sospesa la sua presenza in quelle giornate che hanno segnato la cronaca italiana, e la sua vicinanza a figure chiave di un caso mai risolto.
Il suo nome compare in un elenco di amicizie che tornano tutte in gioco, tutte da riascoltare, da interrogare, da pesare. Come se, nel mistero di via Pascoli, ogni passato non fosse mai davvero passato. E forse neppure del tutto innocente.