
Quando la violenza si consuma tra le mura domestiche, spesso a emergere sono scenari drammatici e dettagli sconvolgenti che arrivano solo dopo giorni di indagini. In questi casi, non bastano le parole: sono le analisi mediche e le testimonianze a fare luce su ciò che è realmente accaduto. E la verità, una volta rivelata, pesa come un macigno.
Un recente episodio ha scosso un’intera comunità, riportando sotto i riflettori il tema della sicurezza delle donne all’interno delle relazioni affettive. Le risposte più attese sono arrivate da un esame medico-legale che ha confermato una dinamica già sospettata dagli inquirenti.

Daniela Coman, i risultati dell’autopsia
L’autopsia ha stabilito che Daniela Coman, 48 anni, è deceduta per “asfissia meccanica”, cioè per un impedimento fisico all’ingresso dell’aria nei polmoni. La tragedia si è consumata a Prato di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, dove il corpo della donna è stato ritrovato privo di vita nella serata del 14 maggio. Il compagno, Peter Pancaldi, ha confessato di averla uccisa.
L’esame autoptico si è svolto lunedì 19 maggio presso il Policlinico di Modena, alla presenza di tre consulenti incaricati dalle diverse parti coinvolte. Il tribunale ha affidato l’incarico a Erjon Radeshi, mentre la Procura si è rivolta a Franco Marinelli. La difesa ha nominato Andrea Lusetti, e la sorella della vittima, rappresentata dall’avvocato Helmut Bartolini, ha indicato come consulente Sabino Pelosi.
Oltre alla causa della morte, si cercherà di stabilire l’orario esatto del decesso. Sono stati disposti anche esami tossicologici, radiologici e biologici, con analisi sui tessuti e sugli abiti della vittima.
Il racconto del compagno e le indagini in corso
Peter Pancaldi, 45 anni, ha riferito ai Carabinieri di aver soffocato la compagna perché lei voleva lasciarlo. La sorella della vittima ha raccontato che l’uomo aveva già mostrato comportamenti violenti in passato, anche legati a problemi di droga: “Le tappava naso e bocca con le mani, dicendole che l’avrebbe uccisa così”.
Secondo gli inquirenti, il delitto sarebbe avvenuto il giorno prima del ritrovamento, con la vittima attirata in casa con una scusa. Pancaldi è comparso in aula il 19 maggio per la convalida del fermo e si è avvalso della facoltà di non rispondere. È accusato di omicidio volontario, ma al momento il gip ha escluso la premeditazione e le aggravantilegate al legame affettivo e allo stalking.