
Si è svolto nella giornata di ieri un flashmob di protesta davanti a Palazzo Montecitorio, in occasione del voto sulle mozioni presentate dalle opposizioni riguardanti la situazione nella Striscia di Gaza. L’iniziativa ha visto la partecipazione di attivisti e rappresentanti politici, uniti dalla volontà di denunciare il mancato impegno del Parlamento italiano a favore di una risoluzione umanitaria.
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Simbolico gesto di denuncia davanti alla Camera
A seguito della bocciatura della mozione, una delegazione formata da Luisa Morgantini, esponente di AssoPacePalestina, e dagli onorevoli Grimaldi e Piccolotti ha inscenato un atto simbolico di forte impatto: la deposizione di finti cadaveri davanti all’ingresso della Camera dei Deputati. Il gesto, altamente evocativo, ha voluto rappresentare le vittime civili del conflitto in corso nella Striscia di Gaza, richiamando l’attenzione su quella che gli organizzatori definiscono una “strage silenziosa”.
Il flashmob si è svolto in modo pacifico, ma il messaggio lanciato è stato chiaro e diretto: una critica all’indifferenza istituzionale e alla mancanza di una presa di posizione netta da parte dell’Italia.

La protesta e il contesto parlamentare
La manifestazione si è tenuta in concomitanza con il voto sulle mozioni delle opposizioni su Gaza, discusse in Aula e poi respinte dalla maggioranza. Le mozioni chiedevano, tra l’altro, la sospensione della cooperazione militare con Israele e il riconoscimento dello Stato di Palestina. La loro bocciatura ha scatenato la reazione delle associazioni per i diritti umani e di alcuni parlamentari.
Secondo quanto dichiarato dagli organizzatori, il gesto dei finti cadaveri è un grido di allarme contro “la complicità del silenzio” e un modo per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo, ha ribadito la necessità di un impegno concreto per la fine delle ostilità e per il rispetto del diritto internazionale.
Un messaggio politico e umano
La protesta ha raccolto l’adesione di diversi cittadini e attivisti, molti dei quali legati a movimenti per la pace in Palestina. “Non possiamo restare a guardare mentre il numero dei morti cresce ogni giorno”, ha commentato un partecipante. Il messaggio principale lanciato dalla manifestazione è stato chiaro: la politica italiana deve assumersi le proprie responsabilità e contribuire alla fine del conflitto.
Il simbolismo dei corpi distesi a terra davanti al cuore delle istituzioni italiane ha voluto rappresentare le vite spezzate dalla guerra, chiedendo una riflessione urgente e profonda da parte di chi ha il potere di incidere sul piano diplomatico.
Una mobilitazione che non si ferma
L’evento si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni che, nelle ultime settimane, hanno attraversato l’Italia e l’Europa, con l’obiettivo di denunciare le condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza e sollecitare un intervento della comunità internazionale.
La protesta di Montecitorio si aggiunge a queste voci, ribadendo con forza la richiesta di giustizia per il popolo palestinese, in un momento in cui il dibattito politico appare ancora lontano da soluzioni concrete. La mobilitazione continuerà, assicurano gli organizzatori, finché non sarà ascoltato il grido di chi oggi non ha più voce.