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Gaza, Conte attacca La Russa: “È un marziano, Netanyahu ha le mani sporche di sangue, è un genocidio”

Pubblicato: 21/05/2025 13:35
Gaza Conte La Russa marziano

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha usato parole durissime alla Camera dei deputati durante la presentazione della mozione del suo gruppo parlamentare su Gaza, denunciando con forza quanto sta accadendo nella Striscia e criticando duramente le posizioni del governo italiano. Nel suo intervento, ha definito le azioni dell’esecutivo israeliano non come semplici “errori”, ma come un vero e proprio genocidio.
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Le parole contro La Russa e il governo italiano

Nel suo discorso, Conte ha fatto riferimento a una dichiarazione di Ignazio La Russa, attuale presidente del Senato, in cui si parlava di “eventuali errori di Netanyahu”. “Qualche giorno fa – ha detto l’ex premier – ho letto un’agenzia di stampa in cui si parlava di ‘eventuali errori di Netanyahu’. Me la sono fatta stampare. Mi sono detto: ‘Dev’essere un marziano sbarcato sulla Terra’. No, era la nostra seconda carica dello Stato”.
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Una critica netta, che ha inteso sottolineare la disconnessione tra le istituzioni italiane e ciò che, secondo Conte, è la reale portata degli eventi. “E allora diciamolo chiaramente: qui non siamo di fronte a eventuali errori, siamo di fronte a un genocidio”, ha affermato senza mezzi termini. La denuncia arriva in un momento in cui il dibattito politico italiano è particolarmente acceso sul ruolo del nostro Paese nel conflitto in Medio Oriente, e sulle relazioni con il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu.

L’accusa: “Ministri che stringono mani sporche di sangue”

La presa di posizione si è fatta ancora più forte quando Conte ha criticato direttamente alcuni membri dell’esecutivo. “Questi ministri che vanno a stringere le mani sporche di sangue di Netanyahu – ha dichiarato – non ci rappresentano”. Un’affermazione che lascia pochi dubbi sull’intenzione del leader M5s di tracciare una linea netta tra il proprio movimento e le scelte compiute dall’attuale governo in tema di politica estera.

Il riferimento è chiaro: per Conte, il sostegno o la vicinanza diplomatica all’attuale leadership israeliana, in un contesto di violenze e attacchi nella Striscia di Gaza, è moralmente e politicamente inaccettabile. La sua denuncia ha suscitato forte eco nei banchi dell’opposizione, ma anche diverse reazioni critiche tra le forze di maggioranza.

L’affondo contro la Meloni

Durante il suo intervento, Conte non ha risparmiato critiche durissime anche alla premier: “Giorgia Meloni non ci racconti più la storia che è madre e cristiana. Perché altrimenti non dovrebbe voltarsi dall’altra parte quando fanno a pezzi migliaia di bambini. Una patriota vera non fa spallucce mentre un intero popolo viene privato della sua terra”. Conte ha anche mostrato un tweet del 2014 dell’attuale presidente del Consiglio che condannava l’uccisione di bambini a Gaza: “Chi offre copertura politica e militare a Netanyhau è complice del genocidio. Il nostro governo e Meloni sono complici del genocidio”.

Una mozione politica con un impatto simbolico

La mozione presentata dal M5s alla Camera intende portare al centro del dibattito la questione palestinese, chiedendo una presa di posizione netta da parte dell’Italia. Sebbene l’atto parlamentare abbia valore consultivo, assume un’importanza simbolica rilevante, in particolare per un’opposizione che cerca di porre l’etica e i diritti umani al centro dell’azione politica.

Conte si pone così come voce alternativa rispetto alla linea del governo Meloni, che finora ha mantenuto un rapporto istituzionale con Israele, pur sollevando in alcune occasioni preoccupazioni umanitarie. Il leader del Movimento 5 Stelle, invece, chiede un cambio radicale nella posizione italiana, denunciando apertamente crimini gravi e chiedendo rispetto per la popolazione civile palestinese.

Un intervento che accende il dibattito

L’intervento di Conte ha riacceso il dibattito parlamentare e mediatico sul ruolo dell’Italia nel conflitto israelo-palestinese. Le parole come “genocidio” e “mani sporche di sangue” hanno un peso fortemente polemico e segnano una rottura con il linguaggio diplomatico finora adottato dalle istituzioni. Allo stesso tempo, sollevano domande etiche e politiche sulla coerenza dell’Italia con i principi di pace, diritti umani e giustizia internazionale.

Il tono e i contenuti della mozione M5s dimostrano la volontà del movimento di occupare lo spazio politico di chi si oppone al conflitto e chiede una posizione più autonoma e critica dell’Italia rispetto alle alleanze tradizionali. Se questa strategia troverà sponde tra altre forze politiche o resterà un’iniziativa isolata, lo si vedrà nei prossimi sviluppi parlamentari. Di certo, l’intervento ha riaperto una ferita profonda nel confronto tra governo e opposizione, su un tema che tocca la coscienza collettiva e la credibilità internazionale del nostro Paese.

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Ultimo Aggiornamento: 21/05/2025 16:32

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