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Netanyahu apre a tregua temporanea per ostaggi, ma l’esercito spara a delegazione diplomatica a Jenin

Pubblicato: 21/05/2025 20:08

Gaza – Benjamin Netanyahu annuncia per la prima volta una disponibilità a un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza, condizionato alla liberazione degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Una dichiarazione che arriva in un contesto infuocato: poche ore prima, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su una delegazione diplomatica in visita al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, coinvolgendo anche il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino.

“Se c’è un’opzione per un cessate il fuoco temporaneo per liberare ostaggi, noi siamo pronti”, ha detto Netanyahu in un discorso televisivo, specificando che “ci sono 20 ostaggi che sono sicuramente vivi”. Si tratta della prima apertura esplicita del premier israeliano a una tregua limitata, mentre sul campo si continua a combattere e il bilancio dei civili cresce di giorno in giorno.

Diplomazia colpita dal fuoco

A fare da contraltare alle parole del primo ministro è quanto accaduto a Jenin: le forze israeliane hanno sparato colpi di avvertimento contro un convoglio diplomatico. Secondo l’esercito, i diplomatici avrebbero “deviato dal percorso approvato”, entrando in una zona non autorizzata. L’IDF ha espresso “rammarico per l’inconveniente”, ma la tensione resta altissima, anche sul fronte diplomatico. Secondo quanto riportato da Haaretz, l’incidente è avvenuto durante un’operazione coordinata, e nonostante questo, i militari hanno aperto il fuoco per bloccare l’avanzata del gruppo.

L’ombra dell’Iran e il dossier nucleare

Netanyahu ha anche affrontato la questione iraniana, parlando dopo cinque mesi di silenzio pubblico. Ha definito l’Iran una “minaccia seria”, ribadendo l’impegno per impedire a Teheran di ottenere l’arma nucleare, obiettivo perseguito – a suo dire – “in pieno coordinamento con gli Stati Uniti”.

“Parliamo con loro tutto il tempo”, ha detto il premier, spiegando che impedire all’Iran di arricchire l’uranio è il vero obiettivo strategico. E ha concluso con un monito: “Israele si riserva il diritto di difendersi contro un regime che minaccia di distruggerci”.

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