
Il ministero dell’Ambiente ha espresso oggi il via libera definitivo alla Valutazione di Incidenza del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, aprendo la strada alla firma del decreto autorizzativo da parte del titolare del dicastero, Gilberto Pichetto Fratin. Secondo la commissione tecnica, le misure compensative proposte per tutelare la rete Natura 2000 risultano «complete e coerenti con le indicazioni europee», e non sussistono alternative progettuali in grado di garantire i medesimi imperativi motivi di interesse pubblico, quali la sicurezza, la salute e, secondo il governo, anche l’uso militare per la rotazione delle truppe della Nato.
Tuttavia, l’opera resta soggetta a un ulteriore passaggio a Bruxelles: la direttiva Habitat impone infatti che la Commissione Ue valuti formalmente la compatibilità ambientale del ponte, indipendentemente dal parere nazionale. Il governo Meloni intende procedere comunicando semplicemente l’esito favorevole del Mase a Bruxelles, per poi ottenere il via libera dal Cipess e inserire l’opera nel Piano nazionale degli investimenti.
Opposizioni e ricorsi
Immediata la reazione del deputato Angelo Bonelli (Avs), che annuncia un esposto alla magistratura: «Si tratta di un blitz contro il diritto europeo, eludendo la direttiva Habitat e forzando i vincoli ambientali a vantaggio della parte privata, Webuild». Anche il Comune di Villa San Giovanni ha depositato ieri un nuovo ricorso al Tar del Lazio, in cui contesta la delibera del 9 aprile della presidenza del Consiglio e chiede che gli atti del progetto vengano trasmessi alla Commissione Ue per la valutazione sugli habitat protetti.
La sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, sottolinea come «l’interesse pubblico» invocato oggi sia ben diverso dagli argomenti di trasportistica portati avanti finora: «Ci auguriamo che Bruxelles valuti in pieno gli effetti negativi sui siti Natura 2000 e imponga le mitigazioni o compensazioni necessarie». Nel frattempo, il governo procede con la massima determinazione, convinto che il ponte sia un’opera «necessaria e strategica» per il Paese.