
L’Unione Europea sta valutando l’introduzione di una tassa fissa di 2 euro per ogni spedizione di basso valore proveniente da Paesi extra UE, in particolare dalla Cina. L’obiettivo è contrastare l’ingente flusso di merci a basso costo e riequilibrare la concorrenza con i venditori europei. Una misura che potrebbe colpire duramente piattaforme molto popolari come Shein, Temu e altri e-commerce cinesi. A lanciare la proposta è il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, secondo quanto riportato dal Financial Times. L’idea è quella di istituire una commissione UE per affrontare le sfide legate ai 4,6 miliardi di pacchi importati ogni anno dalla Cina, molti dei quali rientrano nella fascia di prezzo sotto i 150 euro, attualmente esentata da Iva e dazi doganali.
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I dettagli della proposta
La tassa dell’Ue per contrastare Temu, Shein e altre piattaforme prevede:
– 2 euro per ogni vendita diretta proveniente da piattaforme extra-UE;
– 50 centesimi per ogni articolo spedito ai magazzini europei per successiva distribuzione.
Parte delle entrate servirà a coprire i costi dei controlli doganali. Il restante sarà destinato al bilancio dell’Unione Europea. La proposta arriva dopo che l’Ecofin ha deciso di rinviare la discussione sulla rimozione dell’esenzione Iva per le spedizioni sotto i 150 euro. Tuttavia, alcuni Stati membri si sono già detti favorevoli a misure più restrittive. La Francia e l’Italia, in particolare, hanno espresso pieno supporto all’iniziativa.

Cosa cambierà per i consumatori europei
Se la proposta sarà approvata, l’acquisto di prodotti economici su siti come Shein e Temu potrebbe diventare meno conveniente. Un capo da 5 euro, ad esempio, verrebbe a costare 7 euro con l’aggiunta della nuova tassa. Anche se l’importo può sembrare minimo, su larga scala l’impatto economico per i consumatori sarà significativo. La nuova tassa UE sulle spedizioni a basso valore dalla Cina rappresenta un primo passo verso una regolamentazione più equa del commercio elettronico internazionale. Se approvata, colpirà principalmente i colossi asiatici dell’e-commerce e potrebbe ridefinire le abitudini di acquisto online di milioni di europei. La battaglia tra fiscalità europea e shopping low cost asiatico è appena iniziata.