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Castrazione chimica sui detenuti, arriva la clamorosa decisione dal Regno Unito

Pubblicato: 22/05/2025 17:17

Londra vara la sperimentazione della castrazione chimica per criminali sessuali. Il governo laburista guidato da Keir Starmer ha annunciato l’avvio di un progetto pilota in 20 carceri del Regno Unito per sottoporre i detenuti condannati per reati sessuali gravi a trattamenti farmacologici in grado di sopprimere la libido. Ad annunciarlo ufficialmente alla Camera dei Comuni è stata la ministra della Giustizia, Shabana Mahmood, che ha precisato come inizialmente la partecipazione sarà su base volontaria, ma non ha escluso la possibilità che il programma diventi obbligatorio in futuro.

L’iniziativa rientra nelle misure “radicali” allo studio dell’esecutivo per affrontare l’emergenza del sovraffollamento carcerario in Inghilterra e Galles. Secondo il ministro, si tratta di un intervento che, oltre a ridurre i rischi di recidiva, potrebbe facilitare il rilascio anticipato di alcuni detenuti ritenuti pericolosi, previa valutazione. “È essenziale – ha sottolineato Mahmood – che la castrazione chimica sia affiancata da terapie psicologiche per agire anche sulle cause profonde del comportamento criminale, come il bisogno di esercitare potere e controllo”.

Il trattamento consiste nella somministrazione di farmaci che riducono drasticamente il desiderio e la funzionalità sessuale. Sebbene controverso, questo strumento è già impiegato in altri Paesi europei: in Germania e Danimarca viene offerto su base volontaria, mentre in Polonia è previsto per legge in caso di condanne per particolari reati sessuali. La ministra ha citato in aula anche un rapporto curato da David Gauke, ex ministro della Giustizia nel governo di Theresa May, che sostiene l’efficacia del metodo come misura preventiva.

L’introduzione della castrazione chimica ha già suscitato reazioni contrastanti nel Regno Unito. Se da una parte l’opinione pubblica sembra favorevole a misure più dure contro i predatori sessuali, dall’altra alcuni gruppi per i diritti umani esprimono preoccupazione per un possibile uso forzato del trattamento, ritenendolo un rischio per la dignità e l’integrità della persona.

Non è la prima volta che il dibattito torna centrale nel Regno Unito. Già in passato, alcuni parlamentari conservatori avevano proposto misure simili, ma i progetti erano stati accantonati per motivi etici e legali. Con l’arrivo del governo Starmer e l’urgenza di ridurre la pressione sulle strutture penitenziarie, la castrazione chimica torna oggi come strumento concreto di politica penale.

Nei prossimi mesi, il governo monitorerà l’efficacia del progetto in carcere e valuterà l’estensione della misura. Secondo Mahmood, “dobbiamo agire con coraggio per tutelare le vittime e prevenire nuovi abusi. Questo programma non è la soluzione unica, ma può essere parte di una strategia più ampia di prevenzione e reinserimento”.

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