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Giovanni Minoli, la rivelazione: “Stuprato da una donna, so cos’è la violenza”

Pubblicato: 22/05/2025 08:30
Giovanni Minoli stuprato donna

Giovanni Minoli, storico volto della Rai, autore e conduttore di programmi di enorme successo come Mixer, La storia siamo noi e Faccia a faccia, si apre come mai prima d’ora in una lunga intervista al Giornale. Alla soglia degli 80 anni, che compirà il prossimo 26 maggio, il giornalista mette da parte la narrazione pubblica per lasciare spazio a quella privata, cruda e dolorosa. E lo fa con un tono insolito, quasi spiazzante: “La prego, non mi faccia le solite domande su Berlinguer, Craxi o Berlusconi. Sono noiose. L’intervista deve sorprendere”.
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Un’infanzia segnata dal dolore

Al centro del racconto, un legame familiare complesso: quello con sua madre. “Vorrei usare questa intervista per chiederle scusa”, dice Minoli, aprendo uno squarcio profondo sulla sua storia personale. I suoi genitori sono morti in incidenti stradali a distanza di quindici anni l’uno dall’altro. Il padre, vittima di un autotreno che faceva inversione sull’Aurelia; la madre, alla guida della Porsche a duecento all’ora: “Mia madre era una pazza scatenata”.

Minoli racconta un rapporto burrascoso, difficile, mai pacificato: “Ero il terzo di otto figli. Lei non era una madre. Era una moglie innamorata del marito, e basta. Vedova a cinquant’anni, si è ritrovata con una ciurma di figli che non voleva”. Un dolore che si è trasformato in estraneità: “Non ci siamo parlati per dieci anni. Le chiesi di scusarsi con Matilde, mia moglie. Non lo fece. Così io sparii”.

La memoria del trauma

Minoli scava anche tra le ferite più profonde della sua adolescenza. Racconta di una violenza subita a 14 anni da una donna che lavorava in casa: “So esattamente cosa prova una donna stuprata. Rimane addosso il senso della violenza. Un trauma che ti cambia, ti segna, ti fa più sensibile”. Da quel dolore, il bisogno di guarigione è passato attraverso l’amore: “Solo l’amore mi ha salvato nei rapporti con le donne. E il mio più grande amore è Matilde”.

Il rapporto con Matilde e il valore della riconoscenza

Minoli spende parole piene di ammirazione per Matilde Bernabei, sua moglie: “Una donna eccezionale, motore della Lux Vide, fondata insieme a suo padre, Ettore Bernabei. Ha raccolto settecento miliardi per le coproduzioni. È l’unica donna del settore diventata Cavaliere del Lavoro”. Un riconoscimento che, per Minoli, è anche il simbolo di un cammino condiviso, fatto di rispetto, stima e fedeltà: “Ho amato tutte le donne che ho avuto. Mi varrà qualcosa davanti al Padreterno?”.

Il dolore che insegna

Il giornalista rievoca anche un episodio drammatico legato a un incidente sugli sci durante l’università. Ferite ovunque, ossa rotte, dolore fisico insopportabile. E l’accoglienza della madre, ancora una volta, fredda e distante: “Mi ha detto: lo lasci giù e vai in camera tua. Solo dopo, trascinandomi, sono riuscito a chiederle di andare all’ospedale. Mi ha dato 100 lire per prendere il tram”. Un dettaglio che racconta più di mille parole.

La scrittura come rifugio

A 15 anni Minoli scrive un romanzo. Due anni di lavoro, una storia che anticipa in modo quasi profetico la morte del padre: “Tutti i dettagli, le reazioni, cosa fece mia madre. Esattamente come avvenne dieci anni dopo”. Un esercizio precoce di memoria, un bisogno di dare senso al dolore, che preannuncia la vocazione alla narrazione che avrebbe poi segnato tutta la sua carriera.


Il ritratto che Giovanni Minoli offre di sé in questa intervista è spiazzante, umano, per certi versi tragico, ma soprattutto sincero. Nessuna nostalgia per le interviste celebri, nessun compiacimento per i successi professionali. Solo la voglia di ricucire i fili spezzati della vita, con coraggio e verità. E forse, anche con un po’ di speranza.

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