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Aggredita due volte, massacrata, poi il corpo gettato: la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi

Pubblicato: 23/05/2025 15:57

Nel silenzio di quel mattino d’agosto del 2007, la villetta di via Pascoli a Garlasco sembrava avvolta nella consueta quiete estiva. Chiara Poggi aveva aperto la porta in pigiama, disinvolta, senza immaginare che stesse per incontrare il suo assassino. Le sentenze che, fino al 2015, sono passate attraverso cinque gradi di giudizio hanno ricostruito un “film” agghiacciante: un visitatore ignoto, armato probabilmente di martello, ha colpito la giovane più volte al volto e al cranio, lasciando tracce evidenti del proprio passaggio.

I giudici hanno disegnato passo dopo passo la dinamica del delitto: il killer non calpesta neppure un gradino delle 13 scale che conducono alla tavernetta. Si arresta sulla soglia, lancia il corpo di Chiara, e poi ripulisce le mani insanguinate in bagno, le impronte palmari – mai analizzate – impresse ancora sul dispenser del sapone. La suola della scarpa “a pallini” (marca Frau, numero 42) rimane vergine di sangue, un dettaglio che ha pesato come un macigno durante il processo a carico di Alberto Stasi, accusato di aver indossato quel paio di scarpe: l’assenza di macchie ematiche sulle sue calzature ha sempre fatto dubitare della colpevolezza dell’ex fidanzato.

Oggi, a diciotto anni di distanza, prende corpo una nuova inchiesta che porta il nome di Andrea Sempio, il 37enne amico di Marco Poggi. La Procura di Pavia sta trasformando in indizi concreti ciò che per anni era rimasto nel cassetto: quell’impronta parziale sulla parete di marmo – catalogata “33” – ora è attribuita, secondo un recente esame dattiloscopico, proprio al palmo destro di Sempio. I carabinieri hanno dragato il canale vicino alla casa, perlustra­­to gli armadi di parenti e amici, acquisito scontrini e biglietti, e stanno gestendo continui interrogatori. È la stessa scena, ma da un’altra prospettiva: chi era davvero in quella casa la mattina dell’omicidio?

Il montaggio di quel “film” del 2007 – mani insanguinate, corpo scaraventato, impronte digitali e suola immacolata – si intreccia ora con i nuovi ciak che ruotano attorno a Sempio. E se a emergere fosse davvero la verità? Se fosse davvero un’altra mano, un’altra vita, a reggere il destino di Chiara? Garlasco attende ancora risposte, mentre si riallestisce la scena del crimine: l’unica certezza è che, dopo diciotto anni, nulla è davvero concluso.

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