
Berlino, l’annuncio del Cancelliere Merz ha una portata storica ma non è rassicurante per il futuro della pace in Europa. Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, infatti, truppe tedesche verranno stanziate in modo permanente in un Paese dell’ex blocco sovietico.
Entro il 2027, ha annunciato il Cancelliere, il 45° battaglione corazzato dell’esercito tedesco trasferirà 4.800 soldati e 200 civili in Lituania, nel quadro di un potenziamento della presenza Nato sul suo fianco orientale. È una svolta strategica di portata storica, annunciata ufficialmente ieri a Vilnius da Merz e dal ministro della Difesa Boris Pistorius, affiancati dal presidente lituano Gitanas Nauséda.
Una mossa pericolosa
Il Cremlino per ora non ha rilasciato commenti, ma è evidente che l’invio di truppe tedesche in una zona ai confini della Russia rischia di creare tensioni difficili da prevedere nelle loro conseguenze. La Lituania fa parte della Nato, ma il dispiegamento di truppe straniere sul suo territorio potrebbe cambiare di molto le cose. E difficilmente Mosca potrà far finta di niente.
La decisione tedesca, già anticipata nel 2022 in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, viene ora concretizzata con un calendario preciso. Berlino ribadisce così la sua intenzione di assumere un ruolo guida nella difesa collettiva dell’Alleanza Atlantica, mentre l’Europa si confronta con la prospettiva (molto improbabile, se la diplomazia farà bene il suo lavoro) di un conflitto prolungato alle sue porte.
Berlino cambia dottrina: la nuova postura militare tedesca
“La Germania è pronta a difendere ogni centimetro del territorio Nato”, ha dichiarato Pistorius, sottolineando come il dispiegamento permanente delle truppe in Lituania rappresenti “un messaggio inequivocabile a qualsiasi potenziale aggressore”. Un cambio di passo radicale per un Paese che per decenni ha fatto della reticenza militare un pilastro della propria identità postbellica.
Merz ha parlato di “difesa delle repubbliche baltiche”, non solo della Lituania ma anche di Estonia e Lettonia, tutte ex repubbliche sovietiche, oggi membri sia dell’Unione Europea che della Nato, e particolarmente esposte al rischio di destabilizzazione da parte del Cremlino. “Siamo determinati a rafforzare la sicurezza dei nostri partner. La storia ci impone responsabilità che non possiamo più eludere”, ha dichiarato il cancelliere.

Lituania: “Sappiamo da dove viene la minaccia”
Il presidente lituano Nauséda non ha usato mezzi termini: “La nostra Repubblica conosce bene le conseguenze dell’occupazione, sia quella nazista che quella sovietica. E oggi, Mosca rappresenta una minaccia reale e tangibile”. La Lituania, con appena 2,9 milioni di abitanti, ha annunciato un aumento della spesa militare fino al 5% del PIL entro il 2026, più del doppio dell’obiettivo minimo fissato dalla Nato.
Una risposta aggressiva, ma in linea con lo spirito dei tempi. Vilnius vuole farsi trovare pronta, nel timore che l’Ucraina possa non riuscire a contenere la spinta offensiva russa nel medio termine. E in questo contesto, l’ombrello tedesco assume un valore non solo tattico, ma anche simbolico. E non può che portare a porsi delle domande sulla posizione americana in un ipotetico futuro di tensioni.
L’ambizione tedesca: “Diventeremo la prima forza convenzionale d’Europa”
La settimana scorsa Merz aveva dichiarato che la Germania mira a costruire “l’esercito convenzionale più forte d’Europa”. Un obiettivo ambizioso, che prevede un aumento della spesa per la difesa secondo i parametri suggeriti dal nuovo segretario generale della Nato, l’olandese Mark Rutte: 3,5% del PIL in forze armate e 1,5% in infrastrutture di sicurezza, da raggiungere entro il 2032.
Non si tratta solo di cifre, ma di una ridefinizione del ruolo tedesco in Europa e nel mondo. Una nuova Germania militare, che rompe i tabù del passato per rispondere a una minaccia teorica. Dalla guerra in Ucraina è emersa una certezza: la deterrenza, oggi, passa anche da Berlino.